Mondo

Silk road race, il rally più umanitario d’Eurasia

Una macchina, un gruppo di amici, e 8mila chilometri da percorrere in meno di tre settimane dalle porte di Milano alla capitale del Tajikistan. Un viaggio che 10 team di giovani affrontano per conoscere una parte del mondo ignota a molti e per sostenere le attività in loco dell'ong Cesvi

di Daniele Biella

Altro che vacanza alternativa. La Silk road race è la madre di tutti i viaggi consapevoli che unisco no l’utile al divertimento: 8mila chilometri in macchina da Lainate (paesotto alla porte di Milano) a Dushambe, capitale del lontano Tajikistan, per conoscere nuovi luoghi e, alla fine, donare le auto con cui si è viaggiato e i fondi raccolti in patria ai progetti che l’ong Cesvi ha attivato nella piccola Repubblica dell’Asia centrale. A organizzare l’evento, oltre a Cesvi, è l’associazione Partenza intelligente, e questa terza edizione ha già infranto un record, raddoppiando i team in partenza per il viaggio, dai cinque del 2011 ai dieci che la sera di sabato 28 luglio 2012 partiranno, scaglionati, dalla Villa Litta Visconti Borromeo di Lainate, in un evento aperto al pubblico.

Due gli itinerari di massima possibili per arrivare in Tajikistan entro il 16 agosto: dall’alto, passando per la Russia, o dal basso, muovendosi tra la Turchia e le terre persiane, come l’Iran e il Turkmenistan. “Noi abbiamo scelto questa seconda via”, spiega Matteo Bollini, classe 1987, che con altri due amici, Roberto e Stefan (tutti e tre di Merate, provincia di Lecco), partiranno a bordo di una Ford Escort del 1999, “comprata per l’occasione, perfettamente funzionante e pronta a essere regalata a una famiglia del Tajikistan”, dice Bollini che di mestiere è meccanico. L’eccezionalità della Silk road race è questa: quasi tutti i partecipanti sono giovani, alla loro prima esperienza di viaggio in quei luoghi, ma pronti “a unire la voglia di conoscere nuove culture, il divertimento e l’aspetto umanitario”. Una scelta maturata lo scorso inverno, “quando abbiamo scovato l’iniziativa cercando su internet e subito abbiamo aderito”. Non è stato facile all’inizio: “i visti per i paesi in cui passeremo, Iran e Turkmenistan in primis, non sono stati cosa facile, soprattutto per il secondo, che in Italia non ha un’ambasciata e la più vicina è Parigi”, racconta Bollini, il cui team si chiama  Ci siamo Persia e ha un’omonima pagina facebok che verrà aggiornata durante il viaggio (altri nomi originali dei gruppi in partenza: Gengis Khar, Bachi da seta, o L’Arosa dei venti, squadra composta interamente da ragazze). E i genitori, gli affetti? “Abbiamo incontrato un po’ di resistenza all’inizio, poi si sono lasciati andare: ad esempio, mio padre mi ha aiutato nella scelta dell’itinerario”. Dove si dorme? “Negli hotel, laddove siamo obbligati come in Iran, in tenda e sacco a pelo altrove. Prevediamo di fare 400 chilometri al giorno, circa sette ore di viaggio al giorno vista la condizione delle strade”, precisa Bollini.

Una parte importante della preparazione di ciascun gruppo è stata quella della raccolta fondi: l’iscrizione alla corsa costa 1500 euro, “di cui mille vanno in beneficenza al Cesvi e 500 a Partenza intelligente, che li utilizzano per i progetti umanitari in loco: noi li abbiamo recuperati andando a bussare alle porte delle aziende della nostra zona. I costi del viaggio sono interamente a carico nostro”, sottolinea Bollini. Il Cesvi è presenti in Tajikistan da parecchi anni, “con un team di otto cooperanti espatriati e uno staff locale di 60 persone”, sottolinea Enrico Baccioni, che per l'ong è responsabile dall’Italia del paese asiatico. “I progetti riguardano l’accesso all’acqua potabile, la promozione dell’artigianato locale e la successiva commercializzazione in Italia tramite il commercio equo-solidale, il supporto alla creazione di cooperative agricole e il lancio di iniziative culturali”, prosegue Baccioni, “su tutte l’orchestra giovanile di 60 persone tra cui dieci ragazzi svantaggiati, provenienti dal Tajikistan e da due paesi confinanti, il Kirgikistan e il Kazakistan”.

Se la preparazione e la gestione della Silk road race viene gestita principalmente dall’associazione Partenza intelligente, il Cesvi si incarica della logistica nel paese d’arrivo: “ci occuperemo del passaggio di proprietà di tutte le macchine donate, e faremo conoscere ai viaggiatori i progetti per cui hanno raccolto i finanziamenti”, precisa Baccioni. “L’iniziativa è molto importante, perché è un’ottima occasione per avvicinare al mondo della cooperazione persone che hanno voglia di unire alla propria vacanza l’impegno sociale”.  


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