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L’Acnur si prepara al peggio in Afghanistan

Lo rende noto oggi a Ginevra tramite un comunicato l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Si teme la catastrofe umanitaria

di Paolo Manzo

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur) ha reso noto oggi che molti civili stanno abbandonando le città più popolate dell’Afghanistan, alcuni con l’obiettivo di raggiungere i villaggi più piccoli, la maggior parte diretti verso i confini di Iran e Pakistan.

L’Acnur ha precisato che molte persone stanno abbandonando la città di Kandahar, la più grande del sud del Paese nonché roccaforte dei Talebani. Molti civili sono anche in fuga da Kabul e Jalalabad. La maggior parte di questi dicono di andare in villaggi cirscostanti, in visita a parenti ma, in realtà “sono diretti verso il confine pakistano ed iraniano”.

Infatti, nonostante tutti i confini dell’Afghanistan siano chiusi, “alcuni Afghani sono riusciti a rifugiarsi in Pakistan”, continua la nota da Ginevra dell’Acnur. L’Iran ha solennemente dichiarato che i suoi confini rimarranno chiusi nelle prossime ore ma Tehran ha altresì detto che assisterà gli eventuali rifugiati che, dall’Afghanistan, dovesserero avere bisogno di aiuto

La situazione umanitaria all’interno dell’Afghanistan è descritta come “molto critica” e l’Acnur denuncia che, dopo la fuga di tutti gli operatori delle Ong e delle agenzie umanitarie dal Paese, è probabile ci sia un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita per milioni di afghani che “a stento riescono oggi a sopravvivere”.

“La situazione in Afghanistan, dopo tre anni di siccità e oltre vent’anni di conflitti ininterrotti e di violazioni dei diritti umani fondamentali su larga scala, è estremamente fragile” ammonisce l’Acnur, che si dice “estremamente preoccupata” per la possibilità di sparizioni di massa e di morti su larga scala.

“Sappiamo per certo che già moltissime persone sono troppo deboli per potersi spostare, non hanno né la forza né le risorse sufficienti per muoversi dai loro villaggi”.

Per far fronte all’emergenza, l’agenzia sta inviando personale in aggiunta a quello già in loco, mentre si sta allestendo un gruppo di lavoro d’emergenza che coinvolge le maggiori agenzie dell’Onu e che dovrebbero lavorare congiuntamente, in caso di ulteriore aggravarsi della crisi.

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