Welfare

Carcere: Dettori e Gonnella scrivono a Severino

Il presidente di Antigone e la segretaria generale della Fp-Cgil chiedono una Conferenza nazionale sull'esecuzione penale. Rischio nuovi tagli con la spending review

di Redazione

Una Conferenza Nazionale sull’esecuzione penale in cui «amministrazione penitenziaria, rappresentanze del personale, associazioni e detenuti possano condividere le tappe di un percorso di rinascita del sistema penitenziario italiano». A chiederla, con una lettera inviata questa mattina, alla ministra della Giustizia Paola Severino, la Segretaria Generale della Fp-Cgil, Rossana Dettori e il presidente dell'associazione Antigone, Patrizio Gonnella.
Una richiesta in linea con la pratica diffusa in molte democrazie, aggiungono Dettori e Gonnella, dove ciò «avviene regolarmente ogni anno. Il sistema penitenziario, che risponde direttamente alle finalità definite dalla nostra Costituzione, vive oggi un momento di profonda crisi a causa di una legislazione che ha prodotto un grave sovraffollamento, dell’assenza di risorse necessarie ad assicurare i diritti fondamentali delle persone detenute, delle dure condizioni di lavoro per tutto il personale, frutto di decennali politiche di tagli».
La segretaria generale della Fp-Cgil e il presidente di Antigone rivolgendosi alla ministra osservano: «Con l'ultimo decreto sulla spending review, che taglia del 10% il personale penitenziario e della giustizia minorile si dà il colpo di grazia. Nonostante il personale sia insufficiente, si giunge al paradosso degli esuberi per figure centrali quali educatori e assistenti sociali e ciò rende di difficile attuazione la politica sul carcere prospettata subito dopo il suo insediamento. È però questo anche un momento di più diffusa consapevolezza, le parole del Presidente della Repubblica hanno prodotto una maggiore attenzione e contribuito a rendere più informata l’opinione pubblica, meno opaco il sistema».
«Affinché, però, si possano raggiungere gli obiettivi di un sistema detentivo improntato al rispetto dei diritti umani e al recupero sociale, tutti gli attori devono diventare protagonisti del progetto di riforma e avere maggiore gratificazione sociale, per ridurre le asprezze tra chi svolge un ruolo di custodia e chi invece è detenuto». Ma soprattutto, concludono Dettori e Gonnella «il settore non può essere ulteriormente sottoposto a una politica miope di tagli lineari e di riduzione dei costi».

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