Welfare

Sale a un anno il permesso per cercare un nuovo lavoro

La novità è contenuta nella legge 92/2012, appena pubblicata in Gazzetta ufficiale. Ma arriva anche un nuovo ostacolo: se il lavoro trovato non supererà un reddito minimo, c'è il rischio espulsione

di Daniele Biella

C’è la lieta novità, ma c’è anche un nuovo ostico paletto nella nuova legge che regola il mercato del lavoro per gli immigrati in Italia. La buona nuova: viene estesa da sei mesi a un anno, ovvero per tutto il periodo in cui l’interessato riceve prestazioni di sostegno al reddito, la durata dell’iscrizione alle liste di collocamento del cittadino straniero inoccupato, quindi la possibilità di rimanere regolarmente in Italia.

La cattiva: allo scadere della validità del permesso per attesa occupazione il migrante che avrà trovato un lavoro sarà autorizzato a restare in Italia solo previa dimostrazione di un reddito minimo annuo corrispondente ai parametri per il ricongiungimento familiare. “È una novità pericolosa”, riporta il gruppo per la promozione dei diritti di cittadinanza Melting pot Europa, “la norma interviene sulla possibilità di ottenere nuovamente un permesso per motivi di lavoro sulla base della disponibilità di un regolare contratto di lavoro, introducendo requisiti severi e perentori che verosimilmente costituiranno un serio ostacolo al rientro nella regolarità per molti migranti alle prese con la carenza di offerte di lavoro con contratto”.

Entrambe le disposizioni sono contenute nella legge 92/2012 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” pubblicata in Gazzetta ufficiale il 3 luglio 2012, ed entreranno in vigore il 18 luglio.

L’allungamento a 12 mesi del periodo di attesa dell’occupazione è sancito all’articolo 4, comma 30 della legge, che modifica l’articolo 22 comma 11 del Testo Unico Immigrazione, che garantisce la continuità del diritto di soggiorno al cittadino straniero che perde il posto di lavoro. “La disposizione di proroga del permesso per attesa occupazione era da tempo attesa e sollecitata come risposta necessaria alla situazione di grave crisi del mercato del lavoro che sta esponendo migliaia di cittadini stranieri all’irregolarità”, commenta Melting pot Europa.


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