Cultura

Cari lettori abbiamo bisogno di voi

Dall'Italia vittima dell'azzardo al boom dei neocontadini. I - troppi - nodi irrisolti del ministro Passera e la figuraccia di Bersani sulla "società civile" in Rai. Un'intervista-shock all'attore Filippo Timi e un viaggio tra gli studi d'architettura non profit che stanno cambiando Città Del Messico. Tutto nel numero di VITA magazine. Che si apre con questo editoriale-appello di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

Là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva, dice un famoso verso di Friedrich Hölderlin, e la realtà, pur complessa, anzi di più, complicata e difficile per tutti, lo conferma in ogni frangente. Ne siamo i primi testimoni, in queste settimane vissute pericolosamente per far precipitare in una nuova forma, in una nuova grammatica e linguaggio i due cantieri a cui abbiamo lavorato in questi mesi, quello del magazine cartaceo e quello digitale. Sia pur ancora a metà dell’opera siamo stati travolti dai vostri messaggi di apprezzamento e condivisione del percorso intrapreso. Nei due cantieri, abbiamo provato a rideclinare in forme nuove la nostra indipendenza e la forma non profit della nostra impresa, il nostro modo di raccontare la realtà, valorizzando tutti i segni di speranza non rinunciando a denunciare le storture, la nostra passione e tenacia nel voler dar voce, strumentazione e pensieri a tutti i costruttori di bene comune che continuano ostinatamente, e nell’indifferenza delle istituzioni, ad impegnarsi per dare risposte ai propri e agli altrui bisogni e dare concretezza all’aspirazione di un mondo più giusto e per tutti.

NUOVE PIATTAFORME
In queste settimane intense, dicevo, siamo stati  incoraggiati dai tantissimi messaggi ricevuti, via mail, via twitter, Facebook, via telefono e sms, che hanno salutato il nostro nuovo magazine  apprezzando la nostra scelta di dar più valore al racconto su carta, con un’aggiunta di cura, di bellezza, di approfondimento, di condensazione di intelligenze che ci aiutino a capire il tempo che viviamo. In queste settimane, poi, imparerete a conoscere il nuovo sito web, la sua nuova grafica, i nuovi canali tematici, i servizi e, sono certo, sarete reattivi come per il nuovo magazine, incoraggiandoci o incalzandoci con suggerimenti o critiche. Ma ora è necessario che la vicinanza così calda di tanti lettori diventi contagiosa, bisogna che in molti di più ci diciate, comprandoci una volta al mese, che un magazine come Vita vi è necessario, che non ne potete più di un’informazione fatta di storie senza spessore e a buon mercato, che ci sfiorano e scivolano via divorandosi da sé senza produrre esperienza (da leggere il servizio sui disastri antropologici delle slot machine). Vita vuole diventare sempre più lo strumento di chi non si accontenta della reazione (sia essa un tweet, un like o un flash mob) a ciò che altri scrivono su di noi, di chi è consapevole che la sua salvezza non deriva dall’ennesimo, inutile quando non dannoso vertice europeo.

L'APPELLO
Vita vuole diventare il magazine di tutti coloro che producono gesti, esperienze, storie dense di significato e di materia (come le tante storie che raccontiamo in questo numero: giovani che ritornano alla cura della terra, anche nelle forme più creative e innovative). Noi ci impegniamo rimettendoci in gioco, tenendo un prezzo abbordabile per tutti (un centesimo al giorno), studiando una nuova e migliore distribuzione (ora ci trovate anche nelle librerie Feltrinelli), promuovendo abbonamenti al magazine in Pdf sul web e a basso costo.
Ma ora, abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di più da voi: la dimostrazione concreta che Vita serve alla vostra vita. Altrimenti, dovremo prenderne atto e lasciare il campo a ciò che Benjamin già nel 1933  definiva «indigenza nuova», ovvero la mancanza di esperienza e socialità. Ora tocca a voi.
 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.