Mondo

I numeri delle adozioni

In Ucraina il 98% dei bambini abbandonati vengono adottati all’estero, in Bulgaria si mercanteggiano i figli che molti lasciano in istituto.I piccoli di Brasile e Colombia non li vuole nessuno...

di Redazione

Romania
Minori adottati in Italia nel 1999 499
Minori adottati in Italia nel 2000 425
Variazione % -14,83%

Le adozioni internazionali sono state sospese fino al giugno 2002 dal Comitato romeno per le adozioni. L?organismo è stato messo sotto accusa dall?Unione Europea, che ha denunciato la corruzione che si è sviluppata intorno alle adozioni internazionali (molte coppie straniere hanno ?donato? a funzionari e fondazioni locali fino a 80 milioni di lire per ottenere un bambino). Diventata tristemente famosa per i bambini dei tombini di Bucarest (almeno 2000, secondo le ultime stime), la Romania oggi si dibatte con un tasso di abbandono ancora elevatissimo, retaggio del regime di Ceaucescu, che sollecitava le famiglie indigenti a lasciare i figli ?alle cure dello Stato?. Attualmente sarebbero circa 100mila (su una popolazione di 22 milioni di abitanti) i minori rumeni istituzionalizzati.

Ucraina
Minori adottati in Italia nel 1999 321
Minori adottati in Italia nel 2000 790
Variazione % +146,10%

Una situazione che i più misurati definiscono preoccupante, tutti gli altri scandalosa. Per i minori ucraini le cifre parlano da sole: su 2443 bambini adottati nel 2000, 2200 – il 98% – sono finiti all?estero. In Italia, tra il 1999 e il 2000, l?adozione di minori provenienti dall?Ucraina ha conosciuto un?impennata del 146%, superata solo dalla Bielorussia, dove le adozioni sono incrementate del 193%. Tra le ragioni di questo boom c?è anche la possibilità, posta alle coppie dalla legge ucraina, di scegliere direttamente i bambini dalle schede e dalle foto depositate nella banca dati del Centro ucraino per le adozioni. «Abbiamo 62mila famiglie indigenti a causa della difficile situazione economica e politica in cui si trova il Paese», spiega Tamara Kunko, presidente del Centro ucraino per le adozioni. «È chiaro che senza un sostegno economico, questi genitori sono costretti a lasciare i figli in istituto».

Fed. russa
Minori adottati in Italia nel 1999 1015
Minori adottati in Italia nel 2000 981
Variazione % -3,35%

Internet è diventato un problema. All?inizio ospitava solo appelli per i minori più svantaggiati, che avevano poche possibilità di essere adottati, ora è un catalogo per coppie straniere, pieno di foto di bambini piccoli e relativi prezzi», Galina Trostanetskaya, del ministero dell?Educazione della Federazione russa, spiega i gravi connotati che il sistema dell?adozione ha assunto nel suo Paese. Tutto ciò ha condotto il presidente Putin, nel 2000, ad emanare decreti restrittivi per centralizzare il sistema dell?adozione (è stata istituita una Commissione federale e un registro dei minori abbandonati) e controllare gli enti stranieri con un rigido accreditamento. Il sistema resta farraginoso, a causa della sovrapposizione di competenze tra regioni, repubbliche autonome e governo. La raccolta dei dati relativi ai minori e alle coppie candidate all?adozione è spesso incompleta; l?intermediazione, anche se vietata per legge, è ancora diffusa e fuori controllo. «Il governo sta valutando una riforma del diritto di famiglia», dice Trostanetskaya. «Per noi il problema è preparare i russi disponibili all?adozione: dal 1995 il loro numero si è quasi dimezzato».

Albania
Minori adottati in Italia nel 1999 –
Minori adottati in Italia nel 2000 7
Variazione % –

Con l?apertura dell?Albania al sistema dell?adozione internazionale, nel 1991, arrivarono molti stranieri per indirizzare i bambini negli istituti a coppie straniere. «L?anno successivo, però, hanno iniziato ad adottarli direttamente dalle famiglie d?origine e, quando il governo si è accorto che nelle prime dieci settimane del 1992 circa 80 bambini erano già stati portati fuori dall?Albania, ha stabilito una sospensione delle adozioni», racconta Daklea Shtylla, presidente del Comitato albanese per le adozioni. Dopo quel primo, disastroso, debutto, l?Albania si è data una regolamentazione per sviluppare il sistema dei servizi sociali e stimolare la disponibilità delle coppie locali: dei 282 bambini adottati tra il 1998 e il 2000, 125 sono stati accolti da coppie straniere, gli altri sono rimasti nel loro Paese.

Colombia
Minori adottati in Italia nel 1999 193
Minori adottati in Italia nel 2000 124
Variazione % -35,75%

In passato, quando un bambino veniva adottato e usciva dai confini dello Stato, in Colombia l?adozione risultava a tutti gli effetti definitiva, in Italia vigeva un anno di affidamento preadottivo. Se l?adozione falliva, il piccolo non poteva rientrare in Colombia e veniva istituzionalizzato in Italia. Grazie alla Convenzione Aja, oggi i bambini sono più tutelati e non si verificano più aberrazioni legislative di queste proporzioni», spiega Martha Caipa De Alvarino, dell?Istituto colombiano per il benessere della famiglia. «Abbiamo ancora grossi problemi a inserire quelli più grandicelli e i gruppi di fratelli. Nel nostro sistema legislativo una famiglia può dare il consenso all?adozione dei propri figli: per contrastare questo fenomeno, stiamo lavorando sul terreno della prevenzione e della creazione di case famiglia».

Perù
Minori adottati in Italia nel 1999 32
Minori adottati in Italia nel 2000 55
Variazione % +71,87%

In Perù le procedure di adozione internazionale passano attraverso tre diverse fasi: una giudiziaria, una mista, durante la quale si precisa l?abbinamento del minore con una coppia, ed una amministrativa. «Questo è il motivo per cui ci vuole tanto ad adottare in Perù», spiega Corina Montoya Sotomayor, componente dell?Oficina de Adoptiones. «La dichiarazione dello stato di abbandono richiede una lunga indagine, e fissa una prelazione delle coppie peruviane su quelle straniere». Nonostante questo, oltre il 66% di minori peruviani adottati nel 2000 è finito all?estero. In Italia, poi, il numero degli ingressi è aumentato. Le autorità preposte all?adozione cercano di attuare corsie preferenziali per certe categorie di minori, come i bambini sopra i cinque anni, i gruppi di fratelli e i piccoli con problemi di salute.

Bulgaria
Minori adottati in Italia nel 1999 287
Minori adottati in Italia nel 2000 159
Variazione % -44,60%

Il buon esito di un?adozione dipende dalle somme ingenti che una coppia paga tramite gli intermediari: avvocati, funzionari ed esponenti di organizzazioni che fanno pressione sui direttori degli asili per la scelta di un minore sano e con le caratteristiche più vicine ai desideri della coppia», denuncia Eva Jecheva, presidente dell?Agenzia nazionale bulgara per la protezione del bambino. Per combattere un mercato che negli ultimi anni ha fatto uscire dai confini nazionali quasi il 56% di tutti i minori adottabili, il governo ha fissato un tetto massimo di 2mila dollari alle donazioni, e istituito un registro degli intermediari autorizzati. Ma c?è ancora un territorio sommerso di figure che sfruttano le difficoltà economiche in cui versano gli istituti, in cui attualmente sono ricoverati 34mila minori. «Tra le priorità c?è una riforma della legislazione sull?infanzia», continua la presidente, «per fissare dei principi di lavoro nel sistema delle adozioni e giungere alla ratifica della Convenzione dell?Aja».

Brasile
Minori adottati in Italia nel 1999 158
Minori adottati in Italia nel 2000 85
Variazione % -47,20%

In Brasile, la povertà è causa di abbandono del 90% dei minori che si trovano sulle strade o negli istituti. C?è una forte disgregazione delle famiglie e uno sfruttamento diffuso del lavoro minorile. «Anche se la legislazione è diventata molto severa e non consente più l?adozione di minori abbandonati per motivi economici, è ancora difficile controllare il miscuglio di avvocati, traduttori e intermediari che si muovono nei tribunali per ottenere sbrigativamente le autorizzazioni dai giudici», racconta Carlos Berlini, rappresentante AiBi in Brasile per l?adozione internazionale. Dopo il boom di adozioni internazionali degli anni ?80 e dei primi anni ?90, oggi il governo brasiliano si adopera per migliorare la situazione dei bambini e stimolare il reintegro nella famiglia d?origine. Ma in un Paese di 165 milioni di abitanti, è difficile avere il controllo della situazione: «A San Paolo ci sono orfanotrofi di cui le autorità non conoscono nemmeno l?esistenza».

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