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Turismo divorzile fenomeno in espansione

Tanti i temi al centro del congresso dell'associazione degli avvocati matrimonialisti su "Il diritto di famiglia che non c'è"

di Redazione

Anche il crescente fenomeno del turismo divorzile è tra i temi al cento del congresso nazionale dell’associazione degli avvocati matrimonialisti (Ami) in corso a Roma fino a domani, sabato 23 giugno, dal titolo “Il diritto di famiglia che non c’è”. Nella due giorni si parla anche di divorzio breve, patti prematrimoniali, tribunale della famiglia e mediazione familiare.

«Un’occasione per affrontare con giuristi illustri e componenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato temi che riguardano riforme epocali del nostro diritto di famiglia», spiega Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell’Ami.
In primo piano il dibattito sul “divorzio breve” insieme a Maurizio Paniz, relatore del disegno di legge che sta dividendo la politica italiana. Un tema su cui la posizione dell’Ami è chiara, come spiega Gassani: «L’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani si schiera a favore di questo disegno di legge. In Italia, infatti i processi sono troppo lunghi e molti italiani hanno dato vita al turismo divorzile, tanto che 8.000 coppie in 7 anni hanno divorziato all’estero. Il legislatore italiano deve prendere atto della situazione e portare l’Italia nell’Europa dei diritti delle persone». Altrimenti, si arriva a una situazione paradossale.
«Specie in Romania – riferisce Gassani – stanno sorgendo vere e proprie agenzie, del tutto lecite, che invitano gli italiani a divorziare all’estero. Costo dell’operazione in Romania è di circa 3.500 euro. In Spagna i prezzi si aggirano intorno ai 7000 euro, in Francia 13.000, in Inghilterra 15.000. In Romania in particolare ci sono “i pacchetti tutto compreso”: le agenzie, con una spesa di 4.000-4.500 euro si occupano di tutto: viaggio, soggiorno, pratiche per chiedere la residenza in loco per il periodo necessario al divorzio, assistenza legale, interprete».

Quella del divorzio breve, secondo l’Ami non è l’unica lacuna. Nel congresso sarà affrontato anche il tema dei patti prematrimoniali, non previsti dalla legge italiana. L’approvazione dei patti prematrimoniali, già avvenuta in gran parte dei Paesi occidentali, fa notare Gassani, «ridurrebbe la preoccupante congestione di cause in Tribunale e consentirebbe agli italiani di scrivere le regole dei loro matrimoni in assoluta libertà, fermo il divieto di clausole vessatorie in danno di uno dei coniugi». Una proposta concreta discussa al congresso riguarda il tema dei Tribunali della famiglia, che «non sempre possono garantire un servizio giustizia soddisfacente in materia familiare».

La soluzione, secondo l’Ami «sarebbe creare un unico giudice super specializzato, competente per tutta la materia familiare e minorile».

Il congresso terminerà con un dibattito sulla mediazione familiare. Anche qui il punto di vista di Gassani è fermo:«In Italia sovente le separazioni e i divorzi sono guerre con morti e feriti. La mediazione familiare obbligatoria sarebbe allora uno strumento per educare gli italiani a “litigare con civiltà”, abbassando i toni e mitigando la rabbia di chi deve affrontare un percorso difficile quale la separazione».


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