Mondo

Il caso Bangladesh. Qui l’etica ha battuto il biotech

Per i Paesi in via di sviluppo, l’agricoltura sostenibile può fare molto più delle biotecnologie

di Redazione

L?uso di semi geneticamente modificati e di pesticidi non è l?unico modo di combattere la fame nel mondo. Le prove di questa teoria si trovano a centinaia di chilometri da Roma, sede della Fao, e da Washington, sede della Banca Mondiale. Ovvero dalle organizzazioni cui oggi spetta aiutare gli 800 milioni di affamati della terra. Ma il viaggio fino a Tangail, Bangladesh, vale la pena: dal 1988 questa piccola città a tre ore dalla capitale Dhaka è la prova vivente che, per i Paesi in via di sviluppo, l?agricoltura sostenibile può fare molto più delle biotecnologie. Te ne accorgi dai numerosi insetti e animali che popolano i campi del Bangladesh nonostante il Paese sia stato funestato dalla guerra civile e dalle inondazioni. Ma, soprattutto, chiacchierando con le 65 mila famiglie di agricoltori che, rinunciando a sementi rinforzate e fertilizzanti dell?ultima generazione, in pochi anni hanno visto aumentare i loro guadagni dal 50 al 200% e il loro bestiame del 200%. Sono gli agricoltori del Nayakrishi, in italiano Nuova agricoltura. Un movimento basato sui principi dell?agricoltura sostenibile lanciato nel 1988 dalla ong Ubing (acronimo bengalese di Policy research for development alternatives) per aiutare gli agricoltori di Tangail a rivitalizzare i loro campi distrutti dall?inondazione più grave della storia del Paese. Senza diventare schiavi delle multinazionali delle sementi, spiega Farhad Mazhar, uno dei coordinatori di Ubing, che racconta così l?origine del movimento: «Quando le acque cominciarono a ritirarsi, i contadini vennero a chiederci fondi per acquistare i fertilizzanti con cui erano abituati a coltivare. Noi, invece, proponemmo loro di non usarli affatto». E di costruire un modello di sviluppo sostenibile sia per l?ambiente che per le persone. Tredici anni più tardi, le comunità Nayakrishi del Paese sono diventate cinque. E gli effetti di questa rivoluzione partita dal basso si registrano a tutti i livelli della società. A Tangail, dove una banca delle sementi che contiene 1400 diversi tipi di semi ha liberato gli agricoltori dalla dipendenza dalle multinazionali, in questi anni sono arrivati molti osservatori di associazioni e ong del Sud del mondo. Ma nessuno della Banca Mondiale, Che l?esperimento non le interessi?


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