Formazione
Da Perugia ad Assisi pensando a New York
Verso la Marcia della pace 2001. Un appuntamento che coinvolgerà decine di migliaia di persone e che è il frutto di una lunga e meticolosa costruzione.
Perugia, 14 ottobre 2001. Nei giardini del Frontone la luce estiva non si è arresa allo scadere delle stagioni, o forse sono quelle decine e decine di bandiere, di striscioni e di gonfaloni svettanti con estrosi simboli di tradizioni comunali che diffondono nell?aria un?intrattenibile energia.
Il corteo della pace, brulicante di decine di migliaia di persone e di voci, attende di marciare verso Assisi. Alla testa si distinguono alcuni delegati dell?Onu dei popoli, tra i 150 rappresentanti della società civile mondiale riuniti a Perugia per la quarta volta, che sorreggono lo striscione, lungo venti metri e alto sei, con lo slogan: ?Cibo, acqua e lavoro per tutti?. E mentre il corteo avanza scendendo per la collina, immaginate di vederlo svanire, lentamente, come una dissolvenza cinematografica: la scena sbiadisce dentro un?indistinta luce bianca, seguita dall?eco dei suoni.
Un effetto moviola ci porta indietro di due anni, tanto è durata la preparazione di questa Marcia per la Pace Perugia-Assisi, un?ulteriore lunga marcia per arrivare al fatidico giorno. Un viaggio che qui vogliamo ripercorrere. Poche settimane dalla fine del 1999 il comitato direttivo della Tavola della pace discuteva già del futuro, dopo un anno di fuoco per il pacifismo italiano, di fuoco sul Kosovo e con una discussione pubblica rovente culminata nella marcia straordinaria a maggio (100mila partecipanti) e di nuovo a settembre (70mila per ?costruire insieme un altro mondo possibile?). A novembre ?99 il primo incontro tra i portavoce delle 20 organizzazioni componenti il comitato direttivo, per valutare la proposta emersa dalle terza Assemblea dei popoli dell?Onu: l?urgenza di parlare del ruolo della società civile mondiale nella globalizzazione.
Il comitato si è riunito ogni sei settimane: «Mai, neanche una volta c?è stato il bisogno di fare una votazione, anche se le organizzazioni del direttivo provengono da tradizioni diverse. Le decisioni sono sempre concordi», sottolinea Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace, che a 19 anni fu tra i fondatori della Lega degli obiettori di coscienza. Lotti condivide il suo ruolo con padre Nicola Giandomenico, frate francescano della Comunità del Sacro convento di Assisi, l?istituzione religiosa che grande parte ha nella storia della marcia, e divulgatore dei temi della pace nel suo lavoro di giornalista e sceneggiatore.
Il direttivo, dicevamo, traccia le linee ma non è tutta sua la progettazione. Durante la fase di gestazione delle idee vengono organizzati dei seminari di verifica a cui sono invitati gli enti locali, le associazioni e anche i cittadini che hanno partecipato alle marce precedenti. A dicembre 2000 il tema della 14° marcia e della quarta assemblea era stato scelto: ?La globalizzazione dal basso : il ruolo dell?Europa e della società civile mondiale?. Da febbraio inizia la fase del coinvolgimento. Le linee telefoniche che partono da via della Viola a Perugia, sede della Tavola della pace, cominciano a surriscaldarsi. I sei addetti del Coordinamento nazionale enti locali per la pace, che lavorano in sinergia con i due collaboratori della Tavola, fanno centinaia di telefonate, inviano email e lettere per raggiungere oltre 1600 enti locali, convincerli ad aderire alla manifestazione e magari ad ?adottare un popolo?, cioè a pagare viaggio e permanenza in Italia ad uno dei rappresentanti dell?Onu dei popoli. «Sottoponiamo un elenco di nomi, ma la scelta del delegato da ospitare è un processo delicato che prende spunto dall?interesse degli amministratori locali come da esperienze di cooperazione avviate», spiega Melania Roscini, da dieci anni impiegata al servizio della marcia. Le amministrazioni si impegnano inoltre ad organizzare incontri tra il loro ospite e i cittadini. Sono 182 gli enti locali aderenti alla prossima edizione e oltre un centinaio ospiteranno un delegato del sud del mondo. In tutto questo merita una menzione speciale il ruolo propositivo del Comune e della Provincia di Perugia, e della regione Umbria.
Uguale impegno fin dalla scorsa primavera per contattare le associazioni. A ottobre marceranno, tra gli altri, gli aderenti a 250 organizzazioni, alcune delle quali fedeli all?iniziativa dai primi anni. E con le associazioni vanno avvisati i loro organi di stampa interni per diffondere l?iniziativa, ma per l?ufficio stampa della Tavola della pace la fatica maggiore comincia adesso, per catturare l?attenzione dei quotidiani e delle tv nazionali. Intanto devono essere già pronti e in buona parte diffusi i manifesti e i volantini. Ecco, siamo a settembre e questo è il periodo in cui la logistica prende prepotentemente il sopravvento, e per fortuna una decina di volontari si uniscono allo staff. Sale da confermare, permessi di occupazione del suolo pubblico per un centinaio di banchetti, truppe di traduttori multilingue, richiesta di visti alle ambasciate, viaggi da organizzare, strumentazioni e mezzi di trasporto da affittare. Sono le giornate delle riunioni a mezzanotte o alle sei di mattina, prima che il telefono squilli; le giornate degli imprevisti e della creatività messa alla prova. Corrono i giorni e si avvicina la data: all?inizio di ottobre in decine di comuni si svolgono le attività collaterali all?evento di Perugia, come i forum tematici di Ancona, Bologna, Cremona, Roma, Trento e Treviso (v. box).
Così, dopo due anni di lavoro, i tanti pezzi del mosaico vanno al loro posto, con la molteplicità dei colori e delle forme proprie dell?Assemblea dei popoli e della marcia, e tutto è infine pronto per quei quattro intensi giorni. Fate anche voi la vostra parte: non mancate a quest?appuntamento.
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