Volontariato
Sei idee per vivere meglio
Arriva a Milano il SiCamp, un workshop dedicato alla social innovation
Una maratona per lo sviluppo di progetti che ci miglioreranno la vita. Approda a Milano il Social Innovation Camp, la gara di idee che intende selezionare e sviluppare concretamente e in tempo record progetti di innovazione sociale ad alto contenuto tecnologico.
Nata a Londra nel 2008, dalla Young Foundation, una delle più importanti organizzazioni al mondo volta allo studio e alla promozione della social innovation, il SICamp è diventato in pochi anni un punto di riferimento per chiunque si interessi di innovazione sociale, ha conquistato le principali città del mondo ed è arrivata a Milano grazie al network internazionale The Hub.
Realizzato grazie al sostegno di Unicredit Foundation, in partership con Ciessevi e WWF, il SICamp Milano ha raccolto negli ultimi mesi un centinaio di idee, inviate dai cittadini milanesi. Tra queste, una giuria di esperti ha selezionato i sei progetti più interessanti che verranno realizzati, affiancando ai soggetti proponenti, esperti provenienti da campi diversi tra cui la programmazione informatica e lo sviluppo di tecnologie digitali, la pianificazione finanziaria, la comunicazione e il marketing, il business development e il fundraising. Al termine del fine settimana, i sei diversi team presenteranno al pubblico il risultato delle 48 ore di lavoro intensivo: un sito web oppure un’app per smartphone e un piano di comunicazione e sostenibilità economica.
Andrea Landini, già co-fondatore di Eppela, uno dei primi siti di crowdfunding italiani, si è aggiudicato un posto tra i finalisti, grazie a Bircle, un’applicazione per smartphone che potrebbe rendere la vita sociale delle persone con disabilità motoria molto più semplice. L’app infatti permetterebbe ai disabili motori di valutare il grado di accessibilità di ristoranti, bar, musei e hotel, e condividerne il giudizio con tutti gli iscritti alla community.
Appartiene all’area dei servizi alla persona anche Raccomandate.it, un’idea dell’imprenditrice sociale Renata Zezza, che propone una piattaforma web per facilitare l’incontro tra famiglie e collaboratrici o collaboratori domestici, per esigenze temporanee oppure improvvise. La reputazione sarà l’elemento determinante di questo network, in cui badanti e babysitter verranno presentate esclusivamente dai precedenti datori di lavoro, così da avere garazie sulle persone a cui affidare i membri della famiglia.
Avvicinare gli anziani al mondo digitale è l’obiettivo di Terza Primavera. Grazie ad un’interfaccia semplificata, l’applicazione intende offrire servizi utili alla terza età, tra cui un promemoria per l’assunzione di farmaci e un sistema di geolocalizzazione per farsi rintracciare in caso ci si perda.
Anche la sostenibilità ambientale ha offerto spunti per idee interessanti. Prende ispirazione dal riciclo dei “garage sales americani”, ovvero la svendita ai vicini di casa, di vecchi oggetti accatastati nei garage, l’idea del collettivo milanese TocToc Movement, che propone un sito web finalizzato allo scambio di oggetti e competenze tra persone. Grazie alla piattaforma e ad un’applicazione per smartphone, gli utenti potranno georeferenziare le proprie offerte ed avanzare richieste, diminuendo lo spreco di risorse tramite il riuso.
Aiutare il consumatore alla scelta consapevole è invece l’obiettivo di Nabatà, l’applicazione, che intende offrire informazioni sulla sostenibilità dei prodotti di uso comune, rilevandone la provenienza e altre caratteristiche sensibili.
Pensato per i consumatori dal cuore green anche Km0_Community, un social network geolocalizzato, per lo sviluppo di gruppi di acquisto solidale 2.0 , per aggregare domande di acquisto bio e chilometro zero online.
Al termine del fine settimana, i sei diversi team presenteranno al pubblico il risultato delle 48 ore di lavoro intensivo: il sito web oppure l’app per smartphone e un piano di comunicazione e sostenibilità economica.
Nei prossimi tre mesi invece The Hub Milano offrirà ai sei finalisti un percorso di accompagnamento, che comprenderà la consulenza da parte di esperti, mentre Make a Cube valuterà la possibilità di inserire i progetti nel proprio programma di incubazione di impresa, scegliendo chi avrà le potenzialità per diventare una vera e propria startup.
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