Economia

Sanità al collasso, mancano medici e ostetriche

L'appello dell'ong Soleterre: serve un'intervento della comunità internazionale

di Redazione

Le strutture sanitarie sono insufficienti e mal ridotte, nonostante una popolazione in continua crescita. Mancano dottori, infermieri e ostetriche: sono poco meno di 52.000, dovrebbero essere 177.000. In alcune  zone del Paese, potenzialmente uno dei più ricchi del continente africano, la situazione è gravissima. Nella Provincia dell’Equatore ci sono 2 medici ogni 100.000 abitanti. Da mesi i medici di Kinshasa chiedono a Muzito di investire soldi sul sistema sanitario, prima che collassi definitivamente.

I Paesi dell’Africa Centrale sono in queste settimane sotto i riflettori della stampa internazionale per la ricerca di Joseph Kony, il famigerato comandante dell’LRA (Lord’s Resistance Army). Ingenti quantità di denaro vengono investite nella lotta ai ribelli, ma nelle aree ormai fuori dai conflitti la ricostruzione non è ancora iniziata. In Repubblica Democratica del Congo vaste aree sono ancora senza acquedotti, strade, scuole, ma soprattutto ospedali, mai ricostruiti dopo le guerre civili.

La situazione del sistema sanitario si è aggravata notevolmente negli ultimi anni per la mancanza di personale medico, infermieristico e di ostetriche. Dottori e paramedici sono stati decimati dalle guerre civili, ma hanno anche deciso di spostarsi verso i Paesi dell’Africa Australe e in Sud Africa dove trovano condizioni di lavoro meno precarie. ?In RD Congo sono attivi circa 6000 medici  – con pochissimi specialisti e tecnici di laboratorio. Gli infermieri sono 40.000 per una popolazione di 71 milioni (in Italia sono circa 400mila per una popolazione di 61 milioni, e il numero è comunque considerato insufficiente). Mancano anche le ostetriche (sono circa 5700) per una popolazione che cresce a ritmi elevatissimi: il tasso di crescita è del 3% (in Italia è 0,42).

Secondo l’OMS dovrebbero esserci, tra medici, infermieri e ostetriche circa 177.500 persone (una media di 25 ogni 10.000 abitanti). Il totale è invece un esiguo 51.758, meno di un terzo del personale che servirebbe per avere una copertura sanitaria minima.

A farne le spese sono soprattutto madri e bambini: ogni 100.000 nati vivi muoiono per parto o complicazioni legate alla gravidanza 670 donne, uno dei tassi di mortalità materna più alti al mondo (in Italia sono 5/100.000 – dati CIA World Factbook). Dipende in larga misura dalla mancanza di assistenza qualificata al parto (molte donne partoriscono con l’aiuto di ostetriche informali che usano spesso erbe per favorire il parto, avvelenando però madri e feti) edalla lontananza da strutture sanitarie adeguate (le ore di cammino per raggiungere un centro sanitario sono 12/14).?La mortalità infantile è anch’essa molto alta: 1 bambino su 5 muore prima di aver compiuto i 5 anni. Malaria, malattie respiratorie e gastrointestinali sono le prime cause di morte.

In aprile e maggio i dottori del Paese, guidati dal Sindacato nazionale dei medici (SYNAMED), hanno scioperato ad oltranza per chiedere al primo ministro Adolphe Muzito di mantenere le promesse della campagna elettorale: reclutare 1000 giovani dottori con uno stipendio minimo  di 1000 USD e garantire accesso gratuito alla sanità soprattutto ai gruppi più esposti alla diffusione di malattie da contagio (lavoratori, impiegati e soldati).

La situazione è preoccupante e potrebbe peggiorare a causa delle migrazioni di migliaia di civili in fuga dalle zone di guerra di altri Paesi dell’Africa Centrale e della RD Congo Orientale.

«L’unico modo per garantire il diritto alla salute in Africa – sostiene Damiano Rizzi, presidente di Soleterre, organizzazione umanitaria impegnata in prima linea in quelle zone – è quello di investire sulla salute, come ricorda spesso l’OMS. In RDC, come in Uganda e in altri Paesi africani, le emergenze diventano spesso solo occasioni per governi corrotti e multinazionali per fare affari d’oro e non per portare realmente beneficio alle popolazioni in crisi. In RDC, dal 1996, sono già morte 6 milioni di persone a causa di guerra, povertà, fame e malattia. La comunità internazionale deve garantire ai cittadini africani non solo la presenza durante le emergenze, ma deve restare il tempo sufficiente per mantenere la pace e ricostruire i servizi e le infrastrutture necessarie alla realizzazione di uno Stato democratico».

Soleterre ha radunato forze e intelligenze e costruito grazie alle donazioni degli italiani tramite “La fabbrica del sorriso” e  insieme all’associazione di medici italiani e congolesi, Magic Amor, un centro chirurgico e una nuova maternità a Zongo, in una delle zone più povere ed abbandonate della RDC, la Provincia dell’Equatore. Qui l’ultimo conflitto si è verificato nel 2002, ma non è ancora stato ricostruito nulla, mancano strade, acqua, corrente e strutture sanitarie e scolastiche.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA