Mondo

Balotelli e i suoi fratelli

La Germania è la squadra più multicolor, la Spagna quella più conservatrice

di Roberto Brambilla

In principio fu Viv Anderson. Difensore dell’Inghilterra ma soprattutto figlio di immigrati dei Caraibi e primo coloured a giocare nella nazionale dei Tre Leoni e a scendere in campo in una fase finale degli Europei. Poi arrivò la Francia “arcobaleno” del 1984, guidata da Michel Platini, figlio di un immigrato della provincia di Novara e retta dalla forza fisica di Jean Tigana, francese del Mali. Ma se quelle erano eccezioni, ora le nazionali multikulti sono la normalità.

La nuova Germania e la “vecchia” Francia. Ed è proprio una delle favorite per la vittoria, la Nationalmannschaft di Joachim Loew ad avere una delle rose più “internazionali”  Con l’attacco composto da due polacchi (Klose e Podolski) e uno spagnolo (il goleador Mario Gomez), il centrocampo diretto da un turco (Ozil) e da un tunisino (Sami Khedira) e dove tra i difensori ci sarà Jerome Boateng, papà ghanese e mamma tedesca, fratello del milanista Kevin Prince. Se la Germania è multikulti, la Francia rimane un arcobaleno di storie e paesi d’origine. Qualche esempio? La stella del Real Madrid Karim Benzema, il neocampione d’inghilterra con il Manchester City Samir Nasri, ma anche Ben Arfa, Mandanda e Patrice Evra, nato a Dakar.

Angelo, Mario e i suoi fratelli. Anche l’Italia ha nella sua rosa un pezzo di mondo. Mario Balotelli, nato a Palermo da genitori ghanesi ma adottato da una famiglia di Brescia e il granata Angelo Ogbonna nigeriano di Cassino. L’Olanda, oltre al classico serbatoio del Suriname, potrà schierare giocatori figli di immigrati maghrebini, come il giocatore del Barcellona, Ibrahim Afellay e il difensore centrale Khalid Boulahrouz. Mentre il Portogallo  punta su due capoverdiani:  il terzino Rolando e Nani, ala del Manchester United

Seconde generazioni? No grazie. Tra le grandi le uniche a essere senza figli di immigrati sono la Spagna (non sarà neanche l’oriundo brasiliano Marcos Senna) e l’Inghilterra. Ma non sono solo le grandi ad avere tra le proprie fila delle seconde o delle terze generazioni. Per esempio la Repubblica Ceca (certo non un paese di forte immigrazione) avrà tra i suoi terzini titolari Theodor Gebre Selassie, mamma ceca e papà etiope ma nato a Trebic, in Boemia. O la Svezia che oltre a Zlatan Ibrahimovic (figlio di un bosniaco e di una donna croata)  avrà tra le sue stelle Bajrami, nato in Kosovo e tra i suoi rincalzi Behring Safari, nato a Teheran  ma cresciuto a Lund nel sud del paese scandinavo. 

Oriundi e naturalizzati. Ma non solo le seconde generazioni a fare le nazionali multiculturali. Molti sono infatti gli oriundi, giocatori nati in un Paese che hanno ottenuto la nazionalità di un altro. Come l’italo-brasiliano Thiago Motta, il franco-polacco Perquis o il greco Solebas. Che è nato in Germania da genitori uruguaiani ma ha ottenuto nel 2011 la cittadinanza del paese del Partenone. Quando si dice paese che vai, nazionalità che trovi…

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