Cultura

La Chiesa chiede un fisco family friendly

Le conclusioni del congresso nelle parole del card Antonelli

di Redazione

Si è chiuso oggi il Congresso teologico pastorale sulla famiglia, che in questi giorni ha preparato all’incontro con il Papa. Ecco una sintesi delle conclusioni nelle parole del cardinal Ennio Antonelli.

LA FAMIGLIA NORMALE È LA FAMIGLIA DEL FUTURO

Anche oggi, secondo le indagini statistiche, la famiglia, costituita da una coppia stabile con figli, è al primo posto nelle aspirazioni della gente, seguita al secondo posto dal lavoro. Le famiglie con due e più figli sono le più felici e anche le più vantaggiose per la società, a motivo del ricambio generazionale e per la qualità del capitale umano da esse formato. Purtroppo in vari paesi stanno diventando una minoranza, perché penalizzate dallo Stato e dal mercato. Un motivo in più per proporre con maggiore coraggio e insistenza tale modello, interpellando l’opinione pubblica, la politica e l’economia. I diversi modi di fare famiglia non sono equivalenti. La coppia stabile con figli (due o più) sviluppa una maggiore ricchezza di beni relazionali; perciò risulta essere la più felice, nonostante le difficoltà, e la più capace di produrre valore aggiunto per la società. La famiglia normale non è la famiglia del passato; ma è la famiglia del futuro, se vogliamo avere un futuro.

 

FAMIGLIA E LAVORO

Numerose famiglie creano e gestiscono piccole imprese, importantissime nell’economia complessiva del loro paese. […] Ma il contributo più specifico delle famiglie al sistema economico consiste nella formazione del capitale umano. […] Il capitale umano è necessario per le imprese come il capitale finanziario e quello tecnologico. Per questo la famiglia sta diventando una risorsa sempre più importante dal punto di vista economico e sociale: non soltanto come soggetto di consumi, di risparmio, di ridistribuzione del reddito, ma anche come soggetto produttivo di capitale umano. […] La famiglia è “la prima scuola di lavoro per ogni uomo” (Giovanni Paolo II, Laborem Exercens, 10). Essa educa al lavoro con l’esempio dei genitori, l’influsso dei fratelli, la conversazione familiare, la visita ai luoghi di lavoro, l’accompagnamento nello studio, la condivisione di progetti ed attività.

 

FAMIGLIA AMICA DELLE IMPRESE

La famiglia è amica delle imprese. L’impegno eticamente responsabile dei lavoratori e degli imprenditori, da essa bene educati, spesso va oltre la rigida logica contrattuale e favorisce molto la crescita e il successo dell’impresa, specie sul lungo periodo. […] Le imprese da parte loro dovrebbero diventare più amiche delle famiglie sia per solidarietà umana che nel proprio stesso interesse. Dovrebbero innanzitutto mirare con ogni energia a creare occupazione, perché la mancanza di lavoro è un dramma, specialmente per i giovani, e impedisce la formazione delle famiglie e la loro missione procreativa ed educativa. Questo esige innovazione, produttività, collaborazione in ogni azienda, tra le aziende e tra i vari soggetti della vita sociale. Inoltre le imprese dovrebbero favorire il più possibile l’armonizzazione delle esigenze del lavoro con quelle della famiglia.

 

FAMIGLIA e FISCO

Nella misura in cui sa offrire un capitale umano di qualità, la famiglia diventa soggetto produttivo di valore economico per il sistema. Dovrebbe dunque essere tassata, tenendo conto sia dei redditi che delle persone a carico, un po’ come le imprese che vengono tassate sulla base dei guadagni al netto dei costi di produzione. Anzi, al di là dell’equità fiscale, dovrebbe essere sostenuta con un disegno organico di politica familiare che tuteli l’identità e i diritti della famiglia e preveda concreti provvedimenti da attuare progressivamente, a piccoli passi, secondo le possibilità (casa, occupazione, scuola, servizi, trasporti, ricongiungimenti familiari dei migranti, ecc.).

 

LA FAMIGLIA E LA FESTA

La festa è un’esperienza comunitaria: non si può far festa da soli; ma soltanto insieme agli altri, in famiglia, nella comunità religiosa, nella comunità civile, nel gruppo di amici. […] La festa ha la nota distintiva della gratuità: ha valore per se stessa e non è strumentale in vista di qualche altro fine, a meno che non si tratti di un evento pubblicitario e promozionale, che però non è vera festa.

 

 

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