Non profit

Presentato il manifesto di Vita

Giuseppe Guzzetti (Acri): «Un'iniziativa che ho appreso con viva soddisfazione»

di Redazione

È stato presentato oggi il Manifesto “Le Fondazioni di origine bancaria, una risorsa delle comunità” (IN ALLEGATO). Dalle organizzazioni della società civile e dal mondo della cultura un appello unanime “Rimangano autonome e terze rispetto a Stato e mercato”.

Riccardo Bonacina, presentando il Manifesto promosso da Vita magazine e sottoscritto da oltre 60 personalità del mondo della cultura e della società civile, ha illustrato le ragioni che hanno spinto la società editoriale espressione del non profit italiano a promuovere l’appello “Come giornalisti specializzati nella cronaca dei movimenti e sommovimenti della società civile, siamo testimoni di un processo d’innovazione lungimirante e lungo che ha dato poderosi frutti di trasparenza nel sistema delle fondazioni d’origine bancaria, attraverso bandi e rendicontazioni puntuali, la capacità di restituzione ai territori dei patrimoni attraverso erogazioni e investimenti decisi. Qualcuno dovrà pur chiedersi come mai l’Italia sia stato l’unico Paese della zona Euro a non aver speso un euro per salvare banche in default, 4600 miliardi di euro dagli Stati alle banche in Europa dal 2008 al 2011, magari si scoprirà così l’importanza di avere degli azionisti di minoranza come le Fondazioni, investitori di lungo termine e interessati non già al rendimento a breve ma alle condizioni di crescita dei soggetti investiti e dell’economia reale nel complesso, in coerenza con la loro finalità di accrescimento del patrimonio e del bene comune”.

Andrea Olivero portavoce del Forum del Terzo settore ha chiesto “Di considerare con serietà e stima il mantenimento, in anni complicati, di una capacità erogativa trasparente (oltre i 1300 mln), ben orientata e spesso innovativa come i progetti di social housing o l’infrastrutturazione sociale nel mezzogiorno con la Fondazione con il sud promossa proprio dal sistema delle fondazioni in partnership con il Terzo settore”.

Giuseppe De Rita, presidente del Censis, tra i primi firmatari del manifesto ha sottolineato come “Nei loro territori le fondazioni, grazie alla loro alla terzietà e autonomia, concorrono al rafforzamento della nostra democrazia e alla promozione dello sviluppo economico e sociale. Sostenendo, in forma sussidiaria, l’autorganizzazione dei cittadini e la loro capacità di risposta ai problemi”. 

Roberto Mazzotta, presidente dell’Istituto Luigi Sturzo che ha ospitato la Conferenza, ha da parte sua ricordato le due sentenze della Corte Costituzionale del 20013 (la n. 300 e la n. 301) in cui, dopo la Finanziaria del 2001 che mise in discussione la legge Ciampi, venne scritto che le fondazioni sono «persone giuridiche private dotate di piena autonomia statutaria e gestionale da iscrivere tra i soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali» sottolineandone tutta l’attualità.

Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia, ha aderito alla manifestazione con questo messaggio: «Nella mia esperienza di sindaco ho potuto constatare l’efficacia dell’apporto delle fondazione bancarie, soprattutto quando si lavora con una governance condivisa per il bene comune, superando ad esempio la logica del contributo a pioggia, per una maggiore condivisione con le istituzioni e la società civile dei progetti necessari per una comunità. In un momento di grave carenza di risorse pubbliche, le fondazioni possono fare la differenza sia per un welfare di comunità, sia sul sostegno all’educazione e alla cultura. L’indipendenza delle fondazioni bancarie, cioè l’autonomia da ogni condizionamento economico o di parte, credo sia imprescindibile per poter dialogare al meglio con le comunità locali».

Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, accogliendo il Manifesto ha detto: “È con viva soddisfazione che ho appreso di questa iniziativa di Vita e, soprattutto, del successo con cui è stata recepita presso il mondo della cultura, del volontariato e del terzo settore. È una testimonianza a favore delle nostre Fondazioni particolarmente importante, perché arriva innanzitutto da un mondo che ci può testare ogni giorno sul campo. Un mondo, quello di chi opera quotidianamente per la qualità della vita sociale e civile del nostro Paese, che sa per esperienza diretta quanto sia importante il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria per sostenere e sviluppare in Italia un welfare sussidiario, non sostitutivo del pubblico, ma ad esso complementare e sinergico. Devo dire che ormai c’è una consapevolezza diffusa in tutto il privato sociale della propria terzietà e di quanto sia importante salvaguardarla per contribuire insieme, pubblico e privato – questo fatto di Fondazioni di origine bancaria, altre fondazioni, associazioni, organizzazioni non profit – perché nessuno in questo momento di difficoltà per il Paese sia dimenticato o lasciato indietro. Ringrazio loro, i firmatari del Manifesto, e ringrazio Vita, per aver avuto questa idea”.

 

I FIRMATARI

Tra i firmatari per le organizzazioni della società civile: don Luigi Ciotti, presidente di Libera, Ilaria Borletti, presidente del Fai, Stefano Leoni, presidente del WWF, Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore e presidente Acli, Vittorio Cogliati Dezza presidente di Legambiente. Per il mondo accademico adesioni dal presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, prof. Marco Mancini, Mauro Magatti, preside di Soociologia dell’Università Cattolica di Milano, Carlo Secchi dell’Università Bocconi, Carlo Borzaga dell’Università di Trento e Stefano Zamagni dell’Università di Bologna. Firme anche dal mondo delle Fondazioni private, Da Felice Scalvini, presidente dell’Associazione delle Fondazioni di erogazione Assifero, Gerry Salole, direttore dell’Europea Foundation Centre, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e Angelo Bazzarri presidente della Fondazione don Gnocchi. Tra gli editorialisti, le firme di Giuseppe De Rita, Marco Vitale, Aldo Bonomi  e Leonardo Becchetti.

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