Famiglia

Un servizio civile green per dare lavoro ai giovani

La proposta del presidente Giuliano Poletti

di Redazione

Nella battaglia per la riforma del servizio civile scende in campo anche Legacocop e lo fa col suo numero uno Giuliano Poletti, che ieri dalle colonne del giornale di famiglia (L’Unità) ha attaccato il governo (non solo quello in carica, naturalmente) parlando di  «tagli indiscriminati…proprio mentre la crisi economica colpisce più duramente i giovani». Ma non è questo il punto cruciale delle proposta del presidente delle (ex?) cooperative rosse.

Che prosegue così il suo ragionamento: «In una visione del Servizio civile attualizzata rispetto ai drammatici problemi giovanili, fatta salva l’importanza dell’esperienza finora maturata, alcune tematiche potrebbero essere rilanciate rendendole più attinenti alle generali priorità del Paese e non solo». A cosa pensa Poletti? Ecco la sua risposta: «Si potrebbero coinvolgere i giovani che escono dagli Itis o delle lauree brevi in materie tecniche, per un anno di servizio civile per l’efficienza energetica, divisa in una prima parte  di formazione erogata dall’Enea, e un periodo di servizio destinato alla realizzazione, nel patrimonio immobiliare della pubblica amministrazione (scuole, caserme, ospedali, case popolari) di audit energetici e di attività di informazione alle politiche attive del risparmio energetico».

Quanto ai fondi, questa la strada da seguire: «Il progetto potrebbe essere finanziato per la componente di formazione, comunicazione e informazione tramite fondi Ue e per la parte di audit energetico tramite quote dei finanziamenti Cipe destinati all’efficienza energetica, come previsto per le scuole». In questo modo, conclude Poletti «si aiuterebbe l’amministrazione pubblica a realizzare un catalogo del grado di efficienza energetica dei propri edifici, come peraltro previsto dalla nuova direttiva europea per l’efficienza energetica. Inoltre, i giovani, al termine di questo periodo, potrebbero trovare impiego nell’economia verde a diversi livelli o potrebbero far nascere autonomamente delle Esco (energy service company) con cui realizzare servizi energetici».   

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