Welfare

«Ma ora cari innovatori state allerta: i Comuni vi vogliono sfruttare»

di Redazione

Il 15 maggio a Montecitorio, in occasione della Giornata internazionale della famiglia, il professor Pierpaolo Donati ha riunito attorno a un tavolo ministri e alte cariche dello Stato sotto l’egida dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, di cui è direttore scientifico.
Anche a lei risulta che l’attivismo familiare stia vivendo una fase di grande vivacità?
Non esistono rilevazioni scientifiche che indichino questo fenomeno. Sarebbe opportuno che l’Istat si attivasse in questo senso, come già fa attraverso ricerche multiscopo per misurare altre reti informali, ma non quelle familiari. Certamente oggi questa forza si sta mobilitando per risolvere i tanti problemi della vita quotidiana, specialmente nei contesti più fragili.
Secondo lei l’opera sociale delle famiglie e delle loro aggregazioni è favorita in Italia?
In questo momento mancano le risorse economiche, e anche laddove le amministrazioni locali hanno creato un clima favorevole alle associazioni familiari, vedo una tendenza allo sfruttamento di queste reti, viste solo come ammortizzatori sociali a basso costo senza che si creino le condizioni per un loro effettivo affermarsi.
Esistono realtà che, nonostante questo fosco panorama, riescono a far sentire il loro impatto positivo?
Ce ne sono, ma si tratta di casi particolari che riguardano associazioni più strutturate, con solidi punti di riferimento economici e organizzativi, oppure cooperative sociali attorno alle quali si crea una rete familiare di sostegno. È invece più difficile per le associazioni informali.
Cosa manca nel nostro Paese perché le cose cambino?
Sarebbe interessante capire se il nostro governo ha intenzione di attuare anche in Italia quella Alleanza per la famiglia già realizzata in altri Paesi dell’Unione europea. Si tratta di una grande mobilitazione di istituzioni pubbliche e private che si impegnano a favore di politiche amiche della famiglia dando corpo al family mainstreaming accanto al gender mainstreaming che è già in gran parte realtà. Quest’ultimo assicura le pari opportunità tra uomo e donna nel mondo del lavoro; ma da solo, se non viene accompagnato da un pensiero globale pro famiglia sotteso a ogni azione politica, può avere effetti dannosi su tutto il nostro tessuto sociale.

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