Non profit

Generazione fundraising

Fino all'11 maggio torna con la quinta edizione il Festival di Castrocaro

di Gabriella Meroni

Qualcuno la chiama la Cernobbio del fundraising, e la definizione potrebbe anche calzare, a patto di levare i tailleur alle signore, le grisaglie ai signori e sostituire paludate relazioni con frizzanti workshop.

Insomma, autorevolezza a parte, il Festival del Fundraising di Castrocaro, arrivato alla quinta edizione, è tutto tranne un convegno noioso a-cuisi-deve-andare-per-forza. Nato cinque anni fa grazie ad un gruppo di lavoro giovane e appassionato, composto da ex studenti del master in Fundraising dell’università di Bologna e professionisti di vari settori, poi riunitisi nell’Associazione Festival del Fundraising sotto l’egida del professor Valerio Melandri, il Festival è appunto un festival (altrimenti l’avrebbero chiamato convegno, no?) la cui mission è «creare un luogo di condivisione delle migliori tecniche ed esperienze di fundraising, attraverso tre giorni dedicati alla formazione, informazione e al fare rete», come spiega il segretario generale, Adele Guardigli. «Vogliamo che i professionisti del fundraising italiani si incontrino e si guardino in faccia, stiano insieme e gettino le basi di relazioni che poi durano per tutto l’anno successivo», aggiunge.

I fundraiser, infatti, sono professionisti sui generis: hanno bisogno di aggiornamenti scientifici, come i medici o gli architetti, ma anche di stare insieme, confrontarsi, parlarsi e “darsi la carica” per rafforzare le motivazioni e andare alla caccia di nuove idee. Il Festival, spiega ancora Guardigli, ha fatto di questa esigenza una mission: «I fundraiser sono e si sentono una community, e come tutte le community vogliono ritrovarsi, almeno una volta l’anno, a confermare la propria identità e far sentire la propria voce». Per questo una delle novità 2012 si chiama matching: la possibilità di contattare attraverso il sito qualsiasi iscritto al Festival per dargli appuntamento e vedersi di persona in un momento dedicato, giovedì 10 maggio dalle 17.30 alle 19.30, in un’apposita area attrezzata con tavolini e sedie, una sorta di “salotto all’aria aperta”, con tanto di tavoli numerati da 1 a 12 per favorire gli incontri.

I giovani partecipanti (età media 38 anni) a quanto pare gradiscono lo spirito a metà tra il campus e l’happening, sia pure organizzatissimo: secondo un sondaggio realizzato nel 2011, e pubblicato nella prima “Relazione sociale del FFR”, il 98% di loro avrebbe consigliato il Festival a un amico, mentre la metà non si trovava lì per la prima volta. E mentre alla prima edizione del 2008 presero parte circa 360 persone, l’anno scorso Castrocaro è stata invasa da 650 fundraiser e comunicatori, 200 organizzazioni non profit e circa 90 relatori, italiani e stranieri. Nel 2012 si replica, con una novità: mentre l’anno scorso ci si è concentrati soprattutto sul rapporto tra online e offline, quest’anno i protagonisti saranno i fundraiser stessi…

Il dorso Cantieri, su Vita in edicola, è interamente dedicato al fundraising. Tra le proposte un focus sulle fondazioni americane in cui Gabriella Meroni intervista John Greenhoe,  docente alla Western Michigan University e “fundraiser innovator”. A seguire Francesco Dente ha firmato l’intervista “Francesca DeMarco, la nuova stella della raccolta fondi made in Usa”. In chiusura è disponibile un identikit dei migliori fundraiser e donatori del 2012.

L’articolo è in versione integrale su Vita in edicola
Se sei abbonato clicca qui per continuare a leggere


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA