Mondo

Tu quoque, Barack

Come Cameron a Londra, anche il presidente Usa vuole tagliare gli sgravi fiscali sulle grandi donazioni

di Gabriella Meroni

Dopo la Gran Bretagna, anche gli Usa stanno per imporre un tetto agli sgravi fiscali sulle donazioni al non profit. Diversamente da Londra, però, la proposta non arriva dai conservatori, ma direttamente dal presidente considerato più amico dei movimenti sociali, Barack Obama.

Obama ha infatti reiterato nei giorni scorsi una proposta che aveva già tentato di presentare in passato: ridurre dal 35 al 28% la possibilità di dedurre le donazioni alle charities per i contribuenti con reddito personale oltre i 200mila dollari o reddito familiare oltre i 250mila. La norma è contenuta nel budget per il 2013, ed è quindi subordinata alla vittoria del presidente in carica nelle elezioni di novembre.

Anche in questo caso, come già in Gran Bretagna, si sono levate le proteste del settore, i cui responsabili fanno notare come sebbene i donatori più ricchi (che sarebbero colpiti dalla misura di Obama) siano pochi, sono ovviamente quelli che più generosamente sostengono le associazioni non profit. E secondo alcuni esperti – citati dal sito non certo filo-Obama conservativepapers.com – la ricaduta di una riforma del genere sarebbe enorme: 5,6 miliardi di dollari in meno per il non profit ogni anno, ovvero più del budget annuale delle maggiori organizzazioni americane messe insieme (Ameri­can Cancer Society, World Vision, St. Jude Chil­dren’s Research Hospital, Habitat for Humanity, and the American Heart Association).


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA