Politica

Imu, i sindaci vanno alla guerra

Tutti a Venezia il 24 maggio, ma la Cancellieri li bacchetta

di Franco Bomprezzi

Battaglia sull’Imu, i Comuni da Nord a Sud contro il governo. E la Cancellieri bacchetta i sindaci, pronti alla manifestazione nazionale a Venezia del 24 maggio.

Bisogna arrivare a pagina 10 del CORRIERE DELLA SERA per trovare un titolo a tutta pagina: “La Cancellieri richiama i sindaci ribelli”. Scrive Lorenzo Salvia: “«I sindaci sono ufficiali di governo, hanno funzioni istituzionali. È bene non dimentichino mai che portano la fascia tricolore e lavorano per il Paese». Se qualche giorno fa era stato il leghista Roberto Maroni a spingere i sindaci verso la disobbedienza fiscale sull’Imu, la nuova Ici, adesso tocca al suo successore sulla poltrona del Viminale, Annamaria Cancellieri, richiamarli ai doveri fissati dalla legge: «Comprendo le difficoltà — dice il ministro dell’Interno — però il senso dello Stato non deve venire mai meno». Solo che stavolta a rispondere per le rime al governo non è un sindaco barricadero della Lega ma il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni. Dice il più che dialogante Graziano Delrio, sponda cattolica del Pd, padre di nove figli: «Noi siamo istituzioni tutti i giorni dell’anno e ci comporteremo come tali, non si preoccupi il ministro. Ma chiediamo rispetto». E cioè: «Vorremmo che lo Stato non si ricordasse che siamo un pezzo della Repubblica solo quando ci chiede di riscuotere le tasse»”. Il timore è che i cittadini non paghino l’Imu anche perché non ce la fanno, mancano i soldi. E Salvia aggiunge: “In attesa della manifestazione organizzata per il 24 maggio a Venezia, l’Anci ha preparato una lettera aperta che tutti i sindaci potranno spedire ai loro cittadini per spiegare che «questa Imu non è dei Comuni». Perché è vero che in teoria il gettito della tassa andrà diviso a metà fra Stato e i municipi. Ma è vero anche che allo stesso tempo sono stati tagliati i trasferimenti da Roma verso le amministrazioni locali. Con il risultato che mentre le tasse sulla casa sono aumentate rispetto all’anno scorso del 133%, i Comuni perderanno il 27% dei fondi a loro disposizione. E i sindaci non ci stanno a passare per gabellieri, a chiedere soldi che dovranno girare in gran parte allo Stato. Come dice il primo cittadino di Roma Gianni Alemanno, l’Imu è una «patrimoniale mascherata, decisa dal Governo e scaricata sulle spalle dei sindaci». Mentre il presidente Delrio chiama in causa addirittura il rivale di Robin Hood: «Non possiamo fare come lo sceriffo di Nottingham che porta le tasse nella Capitale e affama i suoi cittadini»”.

LA REPUBBLICA cavalca la protesta dei sindaci cui dà il taglio centrale: “I Comuni licenziano Equitalia “raccogliamo noi i tributi””. Licenziare la società partecipata da Agenzia delle entrate e INPS sembra il sogno di moltissimi primi cittadini. Sogno bipartisan e non più inconfessato. Cavalcato per prima dalla Lega, il sogno pare conquistare molti. Così Pisapia dice che “Equitalia ne ha fatte veramente troppe, lasciarla è una scelta importante”. La sua collega di Venezia, Francesca Zaccariotto, definisce addirittura “inumano il comportamento dello Stato verso i cittadini”. Nessuno che analizzi però i meccanismi che producono incrementi così rilevanti nelle cartelle. Secondo Angelo Como, direttore servizi di Equitalia, la società applica la legge e si è pure ammorbidita. Adesso le ipoteche le mettono solo sopra i 20mila euro e le ganasce scattano dai 2mila. Una vicenda fantozziana.

Nella sezione interni de IL GIORNALE spazio alla protesta dei Comuni. Antonio Signorini propone “L’Imu colpisce i più poveri, giusta la protesta dei sindaci”, una lunga intervista al segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. ««Siamo partiti con la patrimoniale per i ricchi e ci siamo ritrovati con una che colpisce soprattutto i poveri e quelli che già pagano le tasse fino all’ultimo centesimo. Avevamo chiesto una tassa sui grandi patrimoni e ci siamo ritrovati con un’Ici al quadrato, anzi al cubo visto che c’è anche la revisione delle rendite catastali. Il risultato è che i soliti noti ci rimetteranno una mensilità di pensione o di stipendio all’anno» attacca Bonanni che aggiunge, circa le proteste dei sindaci «Fanno bene, sono fedeli ai loro elettori e si stanno muovendo per rifiutare l’applicazione dell’imposta. Invece di indicarli come irresponsabili, bisognerebbe ascoltare le loro ragioni. Per me sono più che responsabili, anche perché si sono detti disponibili a trovare alternative». Spazio anche a commenti circa il trio dei tagli alla spesa Amato, Bondi e Giavazzi, «Riconosco il valore delle persone, ma la scelta mi pare la dimostrazione più lampante del fatto che, più delle soluzioni, si cerca il clamore. Più che il confronto responsabile, l’abbrivio. Un metodo che non funziona. Abbiamo visto come è finita con le pensioni. Hanno voluto fare da soli e ancora siamo alle prese con il nodo degli esodati. Se si fossero confrontati non sarebbe successo».  In taglio più basso invece Pier Francesco Borgia firma “Bersani e Vendola invocano la patrimoniale”.

L’Imu e la rivolta dei sindaci per il MANIFESTO non è argomento di prima pagina. La notizia è a pagina 3 in un box nella pagina alta della pagina, subito sotto il fascione grigio dedicato al tema delle pagine 2 e 3 che è la crescita e l’occupazione. “Sindaci anti-Imu, ira della ministra Cancellieri”. Nelle poche righe dedicate al tema si parla della manifestazione dei sindaci prevista per il 24 maggio a Venezia, si citano poi le risposte alla ministra del presidente dell’Anci, Graziano Delrio e del sindaco di Milano Pisapia definito «tra i più attivi nella protesta»  e si conclude con Nichi Vendola che propone «L’Imu va sostituita con una patrimoniale sulle grandi ricchezze». 

Anche IL SOLE 24 ORE apre con l’Imu: «Addizionali Irpef e tariffe: nuovi rincari dai Comuni» è il titolo più importante della prima pagina. All’interno Eugenio Bruno riferisce della «contestazione anti-imposta dei sindaci». L’apertura di pagina 3 è «Dilaga la protesta contro l’Imu». Scrive Bruno: «Alla maniera di Nanni Moretti i Comuni ricordano che le parole sono importanti e invitano il Governo a chiamare le cose con il loro vero nome. In primis l’Imu che, a giudizio dei sindaci, non è un’imposta municipale ma una “patrimoniale statale”. Per di più “occulta”, “rigida”, “ingiusta” e “onerosa” per usare le stesse espressioni del presidente dell’Anci, Graziano Delrio. La mobilitazione dei sindaci contro il tributo immobiliare è ufficialmente partita con l’iniziativa “Imu? No grazie!” svoltasi ieri a Roma nella sede dell’associazione dei municipi. E raggiungerà il suo apice il 24 maggio con la manifestazione unitaria di Venezia contro una forma di prelievo che “rende i cittadini più tassati e i Comuni più poveri”. E contro la quale – è la posizione dell’Anci – bisogna battersi per spingere il Governo a cambiarlo. Senza tuttavia invitare la popolazione all’obiezione fiscale come continua invece a fare la Lega. Nel descrivere l’aura poco lieta che circonda l’Imu Delrio chiama a conforto i numeri. Ribadendo in conferenza stampa le cifre anticipate sul Sole 24 Ore del 1° maggio: sebbene il gettito complessivo dell’imposta sia stimato intorno ai 21,4 miliardi di euro, gran parte (circa 12) andranno allo Stato, anche sotto forma di tagli ai trasferimenti; da parte loro, i Comuni dovrebbero ricevere 3,2 miliardi di gettito sulla prima casa ma, a causa dei tagli per 5,7 miliardi, finiranno per perdere 2,5 miliardi (e dunque il 27%) rispetto alla vecchia Ici. Cattive notizie anche per i contribuenti che – per il combinato disposto di un’aliquota base sulle seconde case al 7,6 per mille e per la rivalutazione delle rendite del 60% disposta dal Dl salva-Italia – “vedranno crescere la pressione fiscale sugli immobili del 133 per cento”».

Un pezzo a pag. 8 di ITALIA OGGI: “I sindaci a Monti: Imu da cambiare”, riporta le istanze del presidente dell’Anci Graziano Delrio che mette in chiaro come la mobilitazione continuerà fino al 24 maggio e che l’Anci non ha in agenda la disobbedienza fiscale. L’Anci, si legge nel pezzo, prevede che gli introiti effettivi dell’Imu non raggiungeranno i 21,3 miliardi, attesi. «Per questo è molto probabile che l’esecutivo sia costretto ad aumentare le aliquote in modo da garantire che il gettito rispetti le previsioni. E a stangata si aggiungerà stangata, perché i comuni, per finanziare i servizi essenziali dovranno aumentare dello 0,2% l’aliquota selle prime case, ora dell’ 0,4% e dello 0,3% quella sulle altre abitazioni ( ora allo 0,76%.). L’editoriale di Magnaschi, “Monti non dovrebbe fare il gioco delle tre tavolette” chiarisce che non è stato il Pdl ad invitare i cittadini a sottrarsi all’obbligo di pagare l’Imu ma bensì la Lega. «Il Pdl aveva sollevato un problema, non solo giusto, ma anche grande come una casa, che è quello della compensazione trai debiti fiscali del cittadino o delle imprese verso lo Stato e i crediti dei cittadini nei confronti dello Stato che invece vengono pagati non solo con enormi ritardi, ma anche a scadenze imprevedibili sulle quali nessun può fare conto».

“Imu, alta tensione tra Cancellieri e sindaci”: è questo il titolo scelto da AVVENIRE per raccontare la mobilitazione dei sindaci contro l’Imu, «che non è un’imposta municipale ma una patrimoniale mascherata», come dica Graziano Delrio, presidente dell’Anci. L’Anci ha lanciato una mobilitazione che avrà il suo culmine nel raduno dei sindaci a Venezia il 24 maggio, ma senza aderire all’appello leghista. Delrio infatti puntualizza come «presto ci si accorgerà che la disobbedienza fiscale è impossibile. La proposta di Maroni è legittima, ma tecnicamente non sarà attuabile. E la gran parte dei primi cittadini della Lega sa che questa è la realtà». Infatti tanto Alemanno quanto Pisapia puntano all’incontro con il Governo e invitano a combattere ogni forma di illegalità. A muovere la protesta il fatto che l’Imu peserà più del doppio dell’Ici (+233%) ma ai comuni rimarrà solo il 73% della vecchia Ici. Intanto un pezzetto di Massimo Calvi ricorda che l’Imu non l’ha reintrodotta Monti ma lo stesso Berlusconi, il 24 ottobre 2011: l’Imu di Berlusconi sarebbe arrivata nel 2014 e non avrebbe riguardato la prima casa; Monti l’ha immediatamente anticipata al 2012 ed estesa a tutti gli immobili. 

“I sindaci in piazza sull’Imu” titola LA STAMPA annunciando la manifestazione del 24 maggio a Venezia. «Ai sindaci ribelli contro l’Imu, ai valorosi guerrieri che l’ex ministro Maroni sprona alla disobbedienza fiscale, il suo successore, il ministro dell’Interno Rosanna Cancellieri, ricorda che portano una fascia tricolore e lavorano per il Paese devono esser responsabili. Un richiamo che Graziano Del Rio, presidente dell’Anci-associazione di Comuni rinvia cortesemente al mittente: noi sappiamo essere una istituzione. Ma vorremmo che lo Stato non si ricordasse ch siamo un pezzo della Repubblica solo quando c’è da placare la protesta o riscuotere le tasse». I sindaci denunciano disinteresse del Governo, dal primo cittadino di Roma, Milano e Firenze. Quest’ultimo, Matteo Renzi invita il ministro dell’Interno a cominciare a tagliare i fondi dei propri uffici almeno quanto ha tagliato quello dei comuni. Benzina sul fuoco la getta Maroni che commenta che i sindaci hanno tutto il diritto e il dovere  di attuare forme di protesta fiscale a tutela della comunità che governano, senza sentirsi rivolgere minacciosi avvertimenti da parte di nessuno».  

E inoltre sui giornali di oggi:
 
CRESCITA
IL MANIFESTO – “La crescita” questo il titolo scelto da IL MANIFESTO per raccontare che “In Europa 17.365.000 disoccupati solo nella zona euro. In Italia sono mezzo milione in più nell’ultimo anno. Secondo l’Istat i giovani senza lavoro raggiungono il 36%. E la causa è l’aumento dell’età pensionabile. Sulla previdenza dei manager pubblici scatta la trappola del Pdl che vota con Idv e Lega contro il governo Monti” come racconta il sommario che rinvia alle pagine 2 e 3 dedicate al tema dell’occupazione e che si aprono con un titolo molto evocativo: “Stiamo tagliano la crescita” e nel sommario si osserva “«L’aumento record della disoccupazione giovanile è la conseguenza diretta dell’aumento dell’età pensionabile». Economisti e sindacalisti di fronte ai dati che smantellano la politica del governo” e ancora: “100.000 dipendenti pubblici già dichiarati in «esubero». E l’istruzione rischia la «perdita di senso»”. Sullo stesso tema anche un commento di Marco Bascetta che inizia in una colonna a piede della prima pagina “Rivoluzionari alla Masaniello” che si apre con la citazione di una strofa dell’ O cunto ’e Masaniello del 1647 che celebrava quella che viene definita «la temibile quanto effimera sollevazione napoletana». L’articolo prosegue poi a pagina tre di taglio basso con il titolo “La rivoluzione silente dei poveri Masaniello”. Al centro dell’articolo i risultati del sondaggio Acli che ha visto il 32% degli intervistati dell’idea che solo una rivoluzione possa cambiare il paese «(…) Va a sapere poi cosa intendano davvero le persone interpellate per “rivoluzione” (…) Grillo si considera senz’altro un rivoluzionario, per non parlare della Lega, del Front National di Le Pen, dei “rottamatori” e degli attivisti di ogni risma. Ognuno, insomma, coltiva il suo personale, risentito massimalismo (…)».

SPENDING REVIEW
AVVENIRE – L’editoriale fuori dal coro del direttore Marco Tarquinio, in prima pagina, accoglie positivamente l’idea del supercommissario «ammazza spese inutili» Enrico Bondi di «mettere a disposizione una linea diretta di comunicazione sui soldi usati male». È importante – scrive – che «l’onda polemica che sta percorrendo il Paese trovi canali dove scorrere utilmente […] Va colta ogni occasione per ricreare dialogo e fiducia tra Palazzo e Paese». Chi non ci sta «rivela il suo obiettivo: la vittoria solo di una parte, cioè lo sfascio. Gli italiani però sono inquieti e perfino arrabbiati, ma non stupidi».


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