Di cosa parliamo quando parliamo di stabilizzazione del 5 per mille? Ah, saperlo! Come riportato da Vita nelle scorse settimane, il governo ha annunciato un disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale che conterrà appunto la delega (scusate la ripetizione) del parlamento al governo per legiferare, tra l’altro, sul 5 per mille al fine di renderlo perpetuo, imperituro.
Siamo quindi in derivata terza, in quanto ad oggi il disegno di legge è appunto un “disegno”, non ancora depositato in uno dei due rami del parlamento. Quando inizieranno a discuterlo, dovrà passare (prima al Senato e poi alla Camera o viceversa) all’esame delle commissioni referenti e all’assemblea e ? vigendo un bicameralismo perfetto ? lo stesso testo dovrà essere approvato dai due consessi. Il che vuol dire che se nell’iter qualcosa si modifica rispetto a quanto votato nell’altro ramo, il testo dovrà tornare nuovamente all’esame di quest’ultimo. Una volta approvato definitivamente, abbiamo il 5 per mille perenne? Assolutamente no. Entro nove mesi dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il governo ha la delega a legiferare autonomamente sui diversi temi oggetto della delega, tra cui appunto il “nostro” 5 per mille. È a quel punto che la misura sarà finalmente scritta su pietra e non più sulla sabbia.
Ora facciamo i conti. Ipotizziamo che il disegno approdi entro metà maggio in Parlamento e che questo riesca prima della pausa estiva (fine luglio) a farlo diventare legge. Il termine massimo entro il quale il governo potrà far diventare legge le materie contenute nella legge delega (con uno o più decreti legislativi) sarà aprile 2013, giusto in tempo per le elezioni politiche.
Diciamo che il governo potrà emanare da settembre 2012 in poi le disposizioni sul 5 per mille ad libitum scegliendo di “dedicargli” un decreto legislativo apposito oppure di inserirne la regolamentazione in uno che affronta altre tematiche contenute nella legge delega.
La prima soluzione è quella adottata ormai 15 anni fa con il famoso dlgs 460/97, che riformava la disciplina fiscale degli enti non commerciali e introduceva le onlus.
Ora ci chiediamo; ma per essere una buona norma ? sempre che diventi norma ? cosa dovrà contenere? Domanda legittima. Ne parliamo la prossima volta.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.