Cultura

Al via la scuola: in Italia sempre più multietnica

Lo scorso anno erano quasi 150.000 gli alunni stranieri, quest'anno supereranno quota 170.000

di Gabriella Meroni

Da oggi tutti in classe, dai quattro angoli del mondo. La scuola italiana, infatti, è sempre più multietnica. Lo scorso anno erano quasi 150.000 gli alunni stranieri seduti sui banchi di scuola (erano meno di 20.000 nel ’90-’91, dieci anni fa) e quest’anno, secondo ipotesi di crescita del ministero della Pubblica Istruzione, la presenza di studenti non italiani potrebbe superare quota 170.000. La concentrazione di alunni stranieri, provenienti in maggioranza da Albania, Marocco e paesi della Ex Jugoslavia, secondo un’indagine riferita all’anno scolastico 2000-2001, è molto più elevata al Nord con una percentuale del 64,75% rispetto al 25,65 del centro e al 9,60 del Sud ed è rilevante soprattutto in quelle regioni che esercitano un maggiore appeal nei confronti dei flussi migratori perché caratterizzate da una migliore situazione socio-economica. Ai primi posti come numero complessivo di alunni stranieri si piazzano Milano (16.217), Roma (12.368), Brescia (6.147), Torino (6.015), Firenze (5.112), Vicenza (4.409), Bologna (4.074) e Treviso (4.065). Il fatto che Brescia abbia più presenze di Torino è la spia di un modello di società multiculturale che si sta prefigurando nel Belpaese: i poli di attrazione non sono soltanto le grandi città ma anche le cittadine e i paesi. E infatti Vicenza e Treviso hanno più alunni di Napoli e Palermo e nelle scuole della provincia di Cuneo (scuole di montagna) ci sono più alunni stranieri che non nelle scuole delle province di Venezia o Bari. Quanto ai paesi di provenienza dei piccoli studenti, lo scorso anno è stato l’Albania il Paese più rappresentato tra i banchi scolastici (25.050 alunni) seguito da Marocco (23.052) e ex Jugoslavia (16.225). Insieme fanno quasi 65.000 presenze, vale a dire poco meno della metà del totale degli alunni provenienti dai quattro continenti. Dalla fotografia della scuola multietnica (statale e non) made in Italy emerge pure che del consistente drappello di scolari stranieri che frequentano materne, elementari e medie soltanto pochi arrivano alle scuole superiori. Dall’incidenza del 2,16%, calcolata per le medie (ma le classi più congestionate sono senz’altro quelle delle elementari), si passa, infatti, allo 0,79% delle superiori. Dei complessi scolastici disseminati nella penisola più della metà ha a che fare anche con una utenza straniera (51,33%); la percentuale sale nelle scuole medie (57,61%), dove però gli istituti sono meno numerosi (7.570); infine, solo il 42,96% delle 6.514 superiori dichiara fra i propri iscritti almeno 1 studente di cittadinanza non italiano. Come mai? Innanzitutto i tassi di natalità dei paesi esteri, soprattutto extraeuropei, sono decisamente più alti di quello italiano e ovvia conseguenza è la più cospicua presenza di ragazzi stranieri nelle scuole destinate a una popolazione più giovane. Altro motivo è che gli studenti di nazionalità non italiana indubbiamente incontrano una maggiore difficoltà a proseguire gli studi nelle scuole superiori. Che siano i 150.000 del 2000-2001 o i 170.000 stimati per l’anno scolastico che aprirà i battenti domani, gli alunni stranieri sono comunque pochissimi se rapportati al totale degli alunni (oltre 7 milioni e mezzo di studenti) e alle percentuali molto più alte di alunni stranieri presenti nelle scuole di Inghilterra, Francia, Germania, Belgio, Olanda.


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