Politica

Giovanni Paolo II viaggio alle radici della solidarietà

Omar Camiletti , responsabile italiano della Lega Musulmana Mondiale invita Giovanni Paolo II alla Moschea di Roma

di Redazione

Omar Camiletti – responsabile italiano della Lega Musulmana Mondiale – mantiene la promessa fatta a Vita e invita Giovanni Paolo II alla Moschea di Roma. Un?apertura storica: «Ci auguriamo che il viaggio in Terra Santa sia il preludio a una prossima visita del Papa nella Moschea della sua città». Un?augurio condiviso dal re di Giordania, Abdallah, che va oltre il cerimoniale quando, accanto alla moglie Rania si illumina all?arrivo di Giovanni Paolo II. Il pellegrino, il viandante, il messaggero di Cristo che venti secoli dopo il Figlio di Dio torna nella Terra eletta, benedice infatti i suoi popoli con le acque del Giordano e prega per tutti, per ?ebrei, musulmani e cristiani?. «Lei porta la speranza», dice Abdallah. Ad Amman il Papa ha ricevuto un tripudio da migliaia di giovani festanti, ma anche la maledizione di tre rabbini ortodossi, lo stesso anatema lanciato contro Yztak Rabin tre giorni prima che fosse ucciso. Ma Wojtyla è salito comunque sul monte Nebo, là dove secondo la Bibbia Mosè vide la Terra Promessa senza poterla raggiungere. Dai crinali che scorsero il Cristo risorto ha pregato per tutti i popoli che la abitano, invocando ?il dono della vera pace, della giustizia e della fraternità?. Una prospettiva ecumenica che supera l?orizzonte delle religioni monoteiste e si apre al mondo intero, come ha compreso il primo ministro di Israele, Eduh Barak, ricordando il coraggio del Papa nel ?correggere i comportamenti all?interno della Chiesa che hanno avuto il tenore dell?antisemitismo?. Clima contraddittorio dunque quello con cui Israele sta vivendo l?incontro con il simbolo della Chiesa, bilanciato dai palestinesi che lo considerano un interlocutore sensibile alle loro aspettative. Del resto, la visita di Giovanni Paolo II ha accelerato un colloquio negli Usa, dove uomini di Arafat e israeliani stanno dialogando su uno ?Stato palestinese?. Un dialogo atteso, che il Papa vuole iscritto nell?ultima parola dell?omelia: «Shalom».


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