Salute

La Cina paga i danni per i morti di Aids

I familiari di una donna diventata sieropositiva a causa di una trafusione infetta riceveranno un milione di dollari di risarcimento. E' un precedente per le centinaia di contadini contagiati

di Benedetta Verrini

Un tribunale della provincia di Jiangsu (Cina orientale) ha ordinato un risarcimento di oltre un milione di dollari alla famiglia di una donna morta per Aids, contratto a seguito di una trasfusione con sangue infetto. Lo riferisce l’agenzia Misna, ripercorrendo la vicenda: la donna, morta lo scorso anno, era stata sottoposta a trasfusione tre anni fa durante il parto. Anche il marito e la figlia risultano ora sieropositivi. Questa straordinaria sentenza risarcitoria è destinata a creare un importante precedente in Cina, dove si calcola che esistano moltissime persone che hanno contratto il virus dell?Hiv attraverso sangue infetto. Esemplare è il caso di centinaia di migliaia di contadini di alcuni villaggi della provincia di Henan (centro della Cina), che negli anni Novanta hanno preso il virus dopo aver venduto il loro sangue ed essersi successivamente sottoposti a nuove trasfusioni. I medici estraevano il sangue, lo riversavano in ampia vasche per estrarne il plasma e poi tornavano ad iniettare nelle vene dei donatori il sangue rimasto. Probabilmente la diffusione dell?Hiv è dovuto all?uso di siringhe infette. Secondo le autorità locali, in Cina ci sarebbero circa 50mila sieropositivi, in maggioranza tossicodipendenti, ma l?Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ne rileva oltre 600mila. Sempre secondo l?Oms, il loro numero crescerà fino ad arrivare, nel 2010, a 10 milioni.


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