Prima ancora del via, un record c’è già: per la prima volta in 70 anni di attività Anmil aderisce a una manifestazione sportiva. L’Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro è infatti il primo partner tecnico-organizzativo della terza edizione del Giro d’Italia in handbike, che parte il 15 aprile dal lungomare di Marina di Massa, a Forte dei Marmi. «Anmil conta 450mila invalidi sul lavoro. Conosciamo le loro storie, vicende in cui si intrecciano coraggio, dolore, sacrifici. Ma anche voglia di ricominciare, la speranza. E lo sport, praticato sia a livello professionistico che amatoriale, contribuisce a far ritrovare equilibrio in una vita che è traumaticamente cambiata. Per questo abbiamo deciso che fosse arrivato il momento che Anmil contribuisse a diffondere la pratica sportiva, cominciando proprio con il Giro d’Italia in handbike», spiega Franco Bettoni, presidente dell’associazione.
Campioni e non
L’handbike è quella speciale bicicletta che si usa pedalando con le mani. Asso di questo sport è Alex Zanardi ? nell’ultimo anno ha vinto le maratone di New York, di Venezia e di Roma ? che gareggerà alle Paralimpiadi di Londra 2012, e ci sarà anche il campione paralimpico Vittorio Podestà, associato di Anmil. Ma, al di là del top level, l’handbike è uno sport che si sta diffondendo, soprattutto negli ultimi sei anni, grazie alla presenza sul territorio di numerose associazione e società sportive a cui ci si può rivolgere per cominciare.
In Italia sono 200 gli atleti di handbike tesserati alla Federazione italiana ciclistica, e almeno altrettante sono le persone che usano la bici a mani per fare passeggiate la domenica in compagnia di parenti e amici. Numeri che, nel 2009, hanno fatto nascere in due organizzatori sportivi, Andrea Leoni e Maura Macchi, l’idea di un Giro d’Italia che, in due edizioni, ha già coinvolto mille partecipanti. Quest’anno la terza edizione ? 10 tappe, che toccheranno sette regioni ? parte sotto i migliori auspici: non solo perché ci sarà la nazionale di handbike, capitanata proprio da Zanardi, a dare il via. Ma anche perché conta un altro prestigioso esordio, quello dell’Aism, l’Associazione italiana sclerosi multipla che da quest’anno entra a far parte dei main partner. «L’ho voluto fermamente e fortemente», racconta Roberta Amadeo, campionessa di handbike, malata di sclerosi ed ex presidente di Aism. «L’anno scorso ho corso anch’io e ho capito che questo è uno sport che dà molte soddisfazioni, è accessibile, aiuta nell’integrazione, si rivolge a tutte le età. Diventando partner del Giro d’Italia, Aism farà conoscere la disciplina sportiva e l’evento ai malati di sclerosi multipla».
Si punta al podio
Anmil e Aism, infatti, durante le tappe del tour inviteranno i propri associati a fare sport grazie alla testimonianza diretta di alcuni soci-ciclisti. È il caso di Mariateresa Paciotti, vicepresidente Aism; dell’handbiker della nazionale azzurra Mauro Cratassa; di Piero Dainese, imprenditore edile, tetraplegico a seguito del cedimento di una trave nel cantiere dell’azienda di cui era titolare.
La gara è aperta a tutte le disabilità motorie: dalla somma finale dei punteggi delle singole gare uscirà il vincitore, che oltre a vestire la maglia rosa del “Giro d’Italia 2012” riceverà un premio in denaro. Come in tutti gli sport, ovviamente, l’importante è partecipare. Ma quando ci si mette in sella, lo si fa sempre per vincere…
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