Non profit

Sul ring dei numeri, coop batte spa 3 miliardi a 1

Una galassia in crescita in tutto il mondo. A partire dall'Italia

di Francesco Agresti

Non c’è latitudine che faccia differenza. È un fenomeno economico trasversale. A Sud come a Nord, ad Est come ad Ovest, in economie consolidate e in quelle in via di sviluppo, dalle “tartarughe” africane alle “tigri” asiatiche, da piccoli Stati marginali ai promettenti Bric. In qualsiasi parte del mondo vi troviate, mettete insieme sette persone: almeno uno è socio di una cooperativa. Utilizzando lo stesso criterio, per essere certi di avere davanti una persona che ha investito in azioni, dovreste metterne insieme più di 23. Insomma, il modello cooperativo non brilla solo in Italia dove il sistema (43mila imprese, 12 milioni di soci, 1,2 milioni di occupati, quasi 140 miliardi di fatturato) ha un’invidiabile tenuta su margini, liquidità e lavoro rispetto a tutti gli altri comparti.
Co-operatives UK, l’associazione del movimento cooperativo britannico, ha da poco pubblicato i risultati di una ricerca che ha messo a confronto la diffusione mondiale dei soci di cooperative con quella degli azionisti. Il risultato è sorprendente. Nel mondo i soci di cooperative sono oltre un miliardo, tre volte coloro che investono direttamente in azioni. E anche se tenessimo conto di coloro che investono indirettamente nel mercato azionario, attraverso fondi pensione o altri strumenti del risparmio gestito, non arriveremmo a 900 milioni, cento in meno dei cooperatori. Se in Europa le cooperative conoscono il maggior grado di penetrazione nelle economie nazionali, spetta all’Asia il primato, in termini assoluti, del numero dei soci per nazione. Nel Vecchio continente ci sono tre Paesi in cui i cooperatori sono la maggioranza della popolazione. In Irlanda, la capillare diffusione delle cooperative agricole e il credito cooperativo, fa soci di un’impresa cooperativa sette abitanti su dieci. In Finlandia la cooperazione di consumo con quella agricola e un buon numero di cooperative attive nell’hi-tech, mette insieme un numero di cooperatori pari al 60% dei finlandesi. Un gradino più sotto l’Austria, dove, soprattutto grazie alle banche cooperative, i soci raggiungono il 59%. Cooperatori vicini al 50% della popolazione anche in Svizzera (46%), Svezia (45) e Norvegia (44).
In termini assoluti la popolosa Asia conta i primi due Paesi per numero complessivo di cooperatori. Il primato spetta all’economia cooperativa indiana, che può contare su 242 milioni di soci, 60 milioni in più dell’altro colosso asiatico, la Cina, dove i soci sono 160 milioni. In India, inoltre, è attiva la più grande cooperativa agroalimentare al mondo, la Iffco – Indian farmers fertiliser cooperative, un consorzio che raggruppa a sua volta circa 40mila cooperative.
Nel continente americano, dal Cile al Canada, una persona su cinque, compresi bambini e anziani, è socio di cooperative. Solo negli Stati Uniti i cooperatori sono 120 milioni, uno su tre. Le cooperative spesso garantiscono servizi essenziali. L’energia elettrica in gran parte delle aree rurali del Midwest è fornita da cooperative e la cooperazione di consumo è presente nelle grandi città con formule gestionali spesso innovative. Infine un africano ogni 13 aderisce a un’impresa cooperativa, una rapporto sei volte superiore a quello di chi investe in azioni.


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