Non profit

I bambini italiani crescono. Fin troppo, secondo la bilancia…

di Gabriella Meroni

«A me me piace ?a Nutella, panini ?a purchetta e merendine in quantità»: così canta il più recente fenomeno neomelodico napoletano, Lucio Vario (in arte “Piccolo Lucio”), nella sua hit che è stata vista su YouTube quasi 4 milioni di volte. Peccato che questa giovanissima promessa del pop-trash, 10 anni, sia un bambino decisamente obeso: alto la metà di suo padre, pesa quasi 50 chili e ? come ammette lui stesso ? «dovrebbe dimagrire 10 chili». In Campania non è certo l’unico: secondo il ministero della Salute, il 49% dei minori di quella regione è sovrappeso, mentre in Italia siamo arrivati al 35% (12% gli obesi). In numeri assoluti, si parla di un milione di bambini con troppa ciccia addosso. Dati che collocano l’Italia al vertice in Europa e che sono dovuti alla alimentazione, ma anche alla sedentarietà: sempre secondo il ministero, il 38% dei piccoli italiani passa più di tre ore davanti a tv e videogiochi e ben uno su quattro non consuma frutta e verdura ogni giorno.

Tutto nei primi dieci anni
La Sip – Società italiana di pediatria ha messo a punto un decalogo in cui si legge di privilegiare l’allattamento al seno (come misura preventiva), non somministrare bevande zuccherate fino a sei anni, limitare le proteine per i primi due anni, buttare via il biberon dopo l’anno (non favorisce il senso di sazietà) e il passeggino dopo i 3 anni, non superare le otto ore di tv la settimana e comunque spegnerla sempre durante i pasti. «Evitare il sovrappeso non è una questione estetica, ma di salute», spiega il presidente Sip, professor Alberto Ugazio. «Chi è obeso nei primi dieci anni ha il 75% di probabilità di diventarlo da grande. Siamo preoccupati inoltre per l’esordio precoce della sindrome metabolica e per l’incidenza di diabete giovanile e malattie cardiovascolari». Tuttavia, precisa il pediatra, «i bambini non devono fare diete, ma solo riequilibrare l’alimentazione per perdere i chili di troppo. E ciò è più facile se accompagnato dal movimento e da stili di vita corretti. Il movimento fa bene se praticato ogni giorno, perciò consigliamo di andare a scuola a piedi o fare passeggiate quotidiane».
Anche la Coldiretti, da sempre in prima linea per la promozione di un’alimentazione sana, ha firmato un protocollo con il ministero dell’Istruzione per promuovere iniziative per sensibilizzare i giovani a un comportamento rispettoso delle tradizioni alimentari italiane. Da qui è nato il progetto “Educazione alla Campagna Amica”, che ha coinvolto oltre 100mila alunni delle scuole dell’obbligo con 3mila lezioni nelle fattorie didattiche, 5mila laboratori del gusto e orti didattici. Non solo: dall’anno scolastico 2010-2011 è in corso la campagna di distribuzione gratuita nelle scuole di almeno quattro specie di prodotti ortofrutticoli per merenda, tutti di stagione e del territorio, che ha coinvolto 800mila studenti delle primarie. E nella Milano che attende l’Expo dedicato all’alimentazione “per la vita” sta avendo grande successo la mostra “Buon Appetito” (fino al 24 giugno al Museo della Scienza e della Tecnologia) progettata da Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi con lo stesso museo milanese e realizzata grazie a Nestlè, Electrolux e Coop e con il contributo di Regione Lombardia. Oltre 40mila i visitatori da ottobre, soprattutto bambini, che nella grande cucina a vista allestita al museo scoprono la composizione nutritiva dei cibi, imparano a conoscere le nuove tecnologie alimentari e, soprattutto, mettono in relazione le scelte che si fanno a tavola con la salute e il benessere.

Mamma merendina
Ma che fare se il problema del sovrappeso è più profondo? «È in crescita la percentuale di bambini che utilizzano l’atto alimentare per esprimere malessere e fatica a crescere», conferma la dottoressa Pamela Pace, psicanalista e presidente dell’associazione Pollicino, che si occupa di disagio alimentare ed edita una collana di testi sul tema (tra cui il recente A tutto tondo di Stefano Pozzoli). «Si tratta di bambini sani e normali che o chiudono la bocca e si rifiutano di mangiare, o al contrario mangiano molto e di tutto, sono cioè iperfagici. Questi ultimi spesso arrivano a una diagnosi di obesità». Perché? La dottoressa Pace è categorica: «Non c’è una causa unica, ma una serie di motivi: organici, sociali, culturali e psicologici in misura variabile. Certo la solitudine dei bambini di oggi, la loro pigrizia che a volte diventa apatia non è estranea alla ricerca nel cibo, soprattutto se dolce, di una compensazione. E così la merendina diventa un partner per combattere la solitudine o mitigare l’ansia». Tra i comportamenti più diffusi da evitare da parte degli adulti, Pamela Pace elenca i ricatti («se non mangi non ti porto al parco giochi») e l’anticipare il bisogno del bambino: no quindi al cibo come calmante del capriccio del momento ma no anche all’offerta anticipata dello spuntino: se il piccolo ha fame, è bene che possa rendersene conto e dirlo.
Quel che è certo, è che la consapevolezza dei genitori sull’importanza di un corretto stile di vita alimentare sta lentamente crescendo. Lo confermano le rilevazioni statistiche: 6 genitori di bambini obesi su 10 si rendono conto del problema e si attivano per risolverlo, secondo il ministero della Salute, e se ne deve essere accorto anche il Piccolo Lucio: su YouTube i commenti sono stati disattivati dopo che il video della “Nutella” è stato sommerso dalle richieste ai genitori del baby cantante: per favore, fatelo smettere di mangiare!


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA