Non profit

Due grandi della musica, per i più piccoli

di Marina Moioli

Attenzione e difesa dell’infanzia. Questo il doppio filo rosso seguito quest’anno dal progetto benefico “Prove Aperte” della Filarmonica della Scala, organizzate in collaborazione con UniCredit e grazie al sostegno di UniCredit Foundation. Grande l’attesa per il secondo appuntamento della stagione, domenica 1° aprile, e per il maestro Christoph Eschenbach alla prova con musiche di Mozart (Sinfonia n. 41 in do maggiore “Jupiter”) e Brahms (Sinfonia n. 1 in do minore). Il ricavato del concerto sarà devoluto a CasAmica, l’associazione fondata a Milano nel 1986 per rispondere al fenomeno della “migrazione sanitaria”, ovvero delle persone, famiglie e ? in questo caso ? bambini, costretti a stare lontani da casa perché devono seguire terapie in centri distanti dalla propria residenza.
«Avere accanto in questa iniziativa un’istituzione importante come la Filarmonica ci ha toccato profondamente», dice il direttore della onlus, Stefano Gastaldi. «I fondi raccolti con la prova aperta saranno destinati al completamento della nostra casa di accoglienza per i bambini in terapia», aggiunge. «Otto camere sono già a disposizione degli ospiti, mentre stiamo ultimando le altre quattro per ospitare altri 12 bambini malati con le loro famiglie nei locali della parrocchia milanese dei santi Nereo e Achilleo».
Per l’evento CasAmica ha inviato ben 3mila inviti e la risposta è stata molto positiva: «Sono rimasti solo 250 biglietti e ci aspettiamo un buon risultato, che conferma la generosità dei milanesi: non ci hanno mai lasciati da soli», commenta Gastaldi. «Abbiamo calcolato che a Milano serve ogni anno un milione di posti letto per ospitare i cosiddetti “migranti sanitari”», aggiunge il direttore della onlus. «Uno dei motivi per cui è nata la nostra associazione è dare ospitalità dignitosa ed economicamente accessibile a chi ha poche possibilità: il nostro slogan è “Aiutateci per aiutare”. Complessivamente operiamo in quattro case di accoglienza, tutte a Milano, in zona Città Studi, vicino all’Istituto dei Tumori e all’ospedale Neurologico Carlo Besta. Da noi arrivano famiglie da tutta Italia e possiamo contare su una buona collaborazione con la Lilt che a volte in situazioni particolari interviene economicamente e paga le rette. Ma non abbiamo convenzioni con gli ospedali. È una sfida che cerchiamo di vincere giorno per giorno, anche grazie all’aiuto di una sessantina di volontari».


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