Famiglia

Guerrera è il nuovo presidente Unicef: «Attenzione sull’Italia»

di Redazione

Con un preavviso di una manciata di minuti, lo scorso 30 novembre Vincenzo Spadafora ha lasciato la presidenza di Unicef Italia per guidare la neonata Authority per l’infanzia. E con altrettanta fulminea rapidità il nuovo presidente della delegazione italiana dell’organizzazione internazionale ? nominato dall’assemblea dei volontari il 18 febbraio ? traccia dalla sede provinciale di Genova, che ha guidato negli ultimi 28 anni, le linee del suo mandato, indicando una svolta di strategia. «Lo dico con sicurezza, perché è questo che mi ha chiesto l’assemblea che mi ha eletto: dobbiamo continuare nel nostro impegno nelle aree di crisi mondiali, ma compito primario è rivolgere la nostra attenzione all’Italia, darci da fare per quei drammatici 1,8 milioni di bambini che in Italia vivono in condizioni di povertà».
Dal Corno d’Africa ai vicoli di Napoli, è il messaggio?
È un po’ portato all’estremo, ma è un messaggio che bisogna cominciare a far passare. Spesso, soprattutto nel campo degli aiuti all’infanzia, si assiste a una sorta di strabismo della solidarietà: le ong corrono quando i media accendono i riflettori su una situazione di crisi, poi quando un tema non fa più notizia, cala il silenzio. Questo avviene nel mondo, dove muoiono ogni giorno ancora troppi bambini per fame e malattie, ma c’è anche una generale distrazione rispetto a quelli che sono i problemi dell’infanzia italiana.
Come intendete intervenire?
Il nostro compito è fare funzione di advocacy, tenere al centro dell’attenzione il problema, lavorare perché stia costantemente nelle agende della politica, dei media, e anche delle altre organizzazioni che, come noi e con noi, operano per l’infanzia e i minori. Mi pare ci sia ancora troppa poca attenzione, in questo senso. Forse perché i bambini non votano…
Una frecciata ai politici proprio a inizio mandato?
In questo momento il nostro governo è molto impegnato sui temi economici, e giustamente. Però se ogni tanto, oltre a parlare di spread, si dicesse una parola anche su quei 1,8 milioni di bambini, male non farebbe. Più che una frecciata, il mio vuole essere uno stimolo.
In che cosa si traduce questa “nuova attenzione” per Unicef Italia?
Io da oltre trent’anni opero come Unicef sul territorio, a Genova, in Liguria, e proprio grazie a questo sguardo dal basso che ho maturato posso assicurare che l’Unicef da sempre fa centinaia di iniziative in questa direzione, i volontari sono già attivissimi. Forse non siamo stati tanto bravi a comunicarlo…


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