Volontariato

Cesena batte Roma, tre metri a zero

di Redazione

«Ce l’ha presente la nevicata del 29? Il nevone di Amarcord di Fellini? Ecco, neanche quell’anno a Cesena s’era vista tanta neve». Lo dice il sindaco, Paolo Lucchi, lui che con la Protezione civile non ha avuto nessun problema nell’affrontare l’emergenza. I primi fiocchi la sera del 31 gennaio, gli ultimi il 12 febbraio, praticamente senza interruzioni. Dal metro e mezzo ai tre metri di neve, a seconda che ci si trovasse in una zona di pianura o di collina. In totale 43 persone isolate, centinaia di famiglie a cui il Comune ha provveduto a portare i pasti o a sistemarli in alberghi. Tutto in una città a 15 chilometri dal mare, dove una nevicata così non si vedeva da decenni. Come è stata gestita qui l’emergenza? «La filiera ha funzionato benissimo. Protezione civile, Comune, Prefettura. Ci siamo coordinati senza problemi», risponde il sindaco Lucchi. Nessuno dei problemi percepiti dal collega capitolino Gianni Alemanno. «Sin dall’inizio sapevamo chi doveva fare cosa. In particolare con la Protezione civile ci siamo coordinati benissimo. Certo, qualche incomprensione all’inizio, ma poi abbiamo lavorato fianco a fianco», dice Lucchi. E le spese? C’è ci sostiene che la gestione dell’emergenza sia troppo vincolata. «L’abbiamo gestita in maniera efficace rispettando le norme attuali. Con la Regione abbiamo chiesto l’emergenza regionale», continua il sindaco «se invece l’avessimo dichiarata “nazionale”, sarebbero subito aumentate le accise».


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