Economia

E alla Bce non resterà che stampar moneta

Il fondo "Salva Stati" ha prospettive corte

di Redazione

Giovedì 27 ottobre le Borse hanno festeggiato con un rialzo del 5% l’accordo che, secondo i politici europei, dovrebbe sistemare definitivamente la crisi delle banche e degli Stati sovrani. Il piano prevede di allargare l’Efsf (il fondo “Salva Stati”) da 440 a mille miliardi, di effettuare una svalutazione “volontaria” del 50% del debito greco e di ricapitalizzazione delle banche per 106 miliardi (14,8 per quelle italiane). Ma nessun problema strutturale è stato ancora risolto per cui la festa è durata solo un giorno, giusto il tempo di capire che la matematica non è una priorità dei politici e che nessun investitore sano di mente andrà a finanziare le disastrate banche europee. Gli sventurati possessori di titoli greci verranno rimborsati con il 15% in contanti, il 35% in altri titoli con scadenza a 30 anni e il restante 50% non lo vedranno mai più.
Ma chi metterà i soldi nel fondo “Salva Stati”? Gli stessi Stati mezzi falliti ed i poveri della Slovacchia che, nata nel 1993 ed entrata nell’euro nel 2009, si è vista costretta ad aderire al Fondo con un contributo di 7,8 miliardi di euro, il 10% del suo Pil. Ora i suoi cinque milioni di abitanti, che hanno i salari più bassi della media europea, sono arrabbiati perché dovranno indebitarsi per contribuire con mille euro a testa per garantire ai greci una pensione che è tre volte più alta della loro o per salvare banche estere di cui non conoscono neanche il nome.
Sin dall’inizio della crisi si è capito che la causa non è economica ma politica e che le misure adottate non risolveranno il problema se non si metterà mano alle vere cause di una unione monetaria incompleta. E dopo che i politici avranno buttato invano centinaia di miliardi di euro dei contribuenti nel sistema finanziario, la parola fine dovrà metterla la Banca centrale europea con la stampa del denaro. Purtroppo solo così l’Unione Europea potrà essere salvata e forse è per questo motivo che gli “ortodossi” banchieri tedeschi della Bce se ne sono già andati. Good luck mr. Draghi.


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