Welfare

Al via la sperimentazione della card Ma è una misura già superata

Cristiano Gori (Acli): «I Comuni hanno un ruolo decisivo. Ma, con questi tagli...»

di Redazione

La notizia è che la sperimentazione della nuova social card dovrebbe partire nel 2012 e che una comunicazione del ministero potrebbe arrivare «da un giorno all’altro». Cristiano Gori insegna Politica sociale all’Università Cattolica e lo scorso febbraio ha coordinato per le Acli un gruppo di studiosi che hanno messo a punto una proposta per una nuova social card.
La sperimentazione finalmente parte?
Sembra di capire che il governo voglia partire a inizio 2012. Con una nota un po’ paradossale: la sperimentazione prevede che sarà il terzo settore a decidere a chi va la card e i Comuni siano ai margini. Due punti non condivisi da molti osservatori, tra cui me. Il testo della legge delega, per quanto non chiarissimo, sembra recepire le critiche: sarà l’ente pubblico a decidere chi riceve la card e il Comune ha la regia. Si parte con la sperimentazione, ma questa è già superata.
Quindi ben vengano le novità della delega?
C’è un punto preliminare, che rende molto debole qualsiasi considerazione successiva. Nel 2012 avremo la social card “abituale”, la sperimentazione nelle 12 città maggiori e una terza social card se la delega andasse in porto. Tre piccole cose e nessun progetto. Tanto più che per il 2013 non c’è alcun finanziamento: tre social card nel 2012, nessuna social card nel 2013.
Come influirà la riforma dell’assistenza sulla povertà? Cosa aspettarsi e cosa auspicarsi?
Sulla povertà il grosso è già stato tagliato tagliando i trasferimenti ai Comuni. Il punto cruciale della delega è l’assenza di un progetto per la lotta alla povertà: sulla povertà assoluta esiste ampio consenso tra gli esperti, il problema non è capire cosa fare ma farlo. La strada è costruire un’alleanza tra tutti i soggetti del sociale, una poverty lobby per incidere sui processi decisionali e sensibilizzare l’opinione pubblica.

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