Cultura

L’Islam seduce le banlieues. E la politica latita

Periferie grandi assenti nel dibattito elettorale

di Joshua Massarenti

Con la discesa in campo del più importante sfidante del presidente uscente Nicolas Sarkozy, François Hollande, vincitore alle primarie socialiste, la campagna per l’elezione presidenziale francese, prevista nel 2012, entra nel vivo. Entrambi sono già al lavoro per smontare il programma politico dell’avversario, ma c’è un tema sul quale i due contendenti sembrano decisi a non farsi la guerra: le banlieues. Quello che viene definito dai sociologi francesi come il «territorio sociale più sensibile» d’oltralpe è stato finora ignorato da tutti i candidati alle presidenziali (ne sono previsti 11).
Eppure un rapporto sulle periferie, pubblicato in ottobre, dovrebbe richiamare l’attenzione della classe politica francese. Sotto la supervisione di Gilles Kessel, politologo e specialista dell’Islam presso l’Institut d’études politiques, un team di ricercatori ha effettuato una lunga inchiesta nelle due città all’epicentro delle rivolte urbane che hanno fatto tremare la Francia nel 2005: Clichy-sous-bois e Montfermeil, nella periferia di Parigi. Dopo aver intervistato in sette lingue un centinaio fra studenti, genitori, immigrati, responsabili associativi, politici, insegnanti, imprenditori e rappresentanti sindacali, il rapporto conferma una tendenza mai accertata a livello scientifico: la “reislamizzazione culturale” dei territori periferici della Repubblica francese.
Tra i fenomeni più visibili, spiccano la crescita costante della frequentazione delle moschee (una decina, con capacità di accoglienza pari a 12mila fedeli su circa 60mila abitanti), una pratica del ramadan sempre più assidua soprattutto tra le nuove generazioni musulmane, che tendono a disertare le mense scolastiche per l’assenza di cibo halal. Non sono bastati i faraonici piani di rinnovamento urbano lanciati dai governi francesi a Clichy e Montfermeil per un budget pari a 600 milioni: l’assenza dello Stato sociale è stata colmata con un Islam sociale conservatore.


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