Cultura

L’Australia sbaglia. Ma ha le sue ragioni

L’odissea dei profughi afghani sulla “Tampa”.«Su Melbourne la pressione di miliardi di asiatici in cerca di futuro e l’Indonesia islamica è un’autostrada. Laburisti e destra uniti.»

di Riccardo Bonacina

«Il caso dei 438 profughi afghani sulla nave norvegese ?Tampa?? Ben svegliati amici italiani». Sandro Calvani, un passato nell?associazionismo e una carriera Onu ormai ventennale, è categorico. Responsabile Onu in Oriente e Pacifico, il suo ufficio di Bangkok è al quattordicesimo piano dell?United Nations Building. Passaporto diplomatico, Calvani è il rappresentante dell?Undcp per ben 29 Paesi, dalla Thailandia all?Indonesia, dalla Cambogia a Hong Kong, dall?ex Birmania alle due Coree, fino alla Cina. Da anni segue il fenomeno delle migrazioni di uomini. «Attenzione», precisa Calvani, «non sono solo disperati, come dimostrano anche i recenti sbarchi in Italia. Ma anche persone semplicemente in cerca di un futuro migliore, in grado di pagarsi i costi delle fughe e dei viaggi. Bisognerà pur cominciare a capire che in un mondo in cui l?economia, la finanza e i servizi sono globalizzati da tempo, non si può continuare a non prevedere, e di conseguenza a regolare, il diritto alla mobilità delle persone». Intanto, la criminalità ringrazia. «Certo, è questo che ancora i legislatori non capiscono. Tutte le norme che gli Stati adottano finiscono per colpire la vittima del reato di immigrazione clandestina e non i colpevoli. Ho sentito che in Italia si vuole introdurre il reato di clandestinità, ecco un perfetto esempio di non comprensione del fenomeno. Introdurre il reato di immigrazione clandestina significa, nell?ordine, queste conseguenze: a) colpire le vittime; b) costringerle a riprovarci, una, due volte, e di conseguenza a moltiplicare il fatturato dei trafficanti di persone; c) intasare la giustizia con centinaia di migliaia di procedimenti giudiziari per ottenere quello che già l?attuale legislazione prevede, ovvero l?espulsione». Cosa dovrebbero capire i legislatori? « La vastità e la tipicità del fenomeno. La vastità, cioè il fatto che oltre il 50% dei proventi della criminalità mondiale arrivano dal traffico di persone. Oggi, e fa venire i brividi dirlo, è molto più conveniente trafficare uomini piuttosto di diamanti, droghe, o altro. La tipicità, cioè il fatto che questo fenomeno, crescente, lo si può affrontare solo globalmente e non più da un punto di vista nazionale, e, in secondo luogo, che il primo modo di affrontare e regolare il problema è quello di definire una cornice internazionale di diritti, e di conseguenti doveri, alla mobilità». Torniamo all?Australia. Lì il governo non sembra molto d?accordo sul riconoscere questo diritto… «Il caso australiano è una vera case history. Come altrove nel mondo, gli australiani sono spaventati dalla dimensione del fenomeno. Su di loro incombe l?Asia, dall?Iran alle ex repubbliche asiatiche sovietiche, dall?Afghanistan al Pakistan, e poi l?India, la Cina, e giù sino all?Indonesia che con le sue 1400 isole si spinge come un?autostrada a lambire l?Oceania. Una pressione impressionante di Paesi con qualche miliardo di persone che cercano scampo, o un futuro migliore. Pensi che da un paio d?anni gli immigrati in Australia si decuplicano ogni sei mesi. Il fenomeno impressionante, e senza precedenti, dal punto di vista quantitativo ha un?aggravante in quanto la legge islamica, che vige in molte aree della regione, prevede che un cittadino possa spostarsi da un Paese islamico all?altro senza nessun visto. Insomma per un afghano arrivare in Indonesia e poi tentare la traversata di tre-quattro ore in Australia è relativamente semplice». Perché tutto ciò può rappresentare un case history? «Innanzitutto perché tra qualche anno l?Europa si troverà nella stessa situazione. Con l?allargamento dell?Unione ad est, il fronte molle non sarà più l?Italia, ma il confine orientale. Un confine che verrà sottoposto a ben altre sollecitazioni rispetto a quelle cui è sottoposto oggi il nostro Paese, sollecitazioni di tipo australiano. In secondo luogo l?Australia è una case history dal punto di vista politico, l?ennesima dimostrazione della pochezza delle politiche messe in campo sull?immigrazione, qualsiasi partito governi. Tra pochi mesi in quel Paese si celebreranno le elezioni politiche, e su questo tema, e anche sulla vicenda Tampa, c?è un atteggiamento perfettamente bipartisan: entrambi gli schieramenti (conservatore e laburista) sono per la chiusura delle frontiere senza cedimenti». E l?Onu che fa? «Anche l?Onu dovrà, su questo tema, mettere in campo ben altre risorse ed energie. A meno che non si voglia ?accontentare? di assistere i profughi».


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