Non profit
La formula Sordiglioni: non fare mai più di tre invii
Quando il mailing diventa anti economico
Gianluca Sordiglioni, responsabile Raccolta fondi della Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, mi scrive: «Chi è responsabile della raccolta fondi in una associazione oggi si trova in una difficile posizione: da un lato, ha pressioni dall’organizzazione non profit per ottenere dei risultati, spesso immediati, dovuti al crescente fabbisogno economico; dall’altra, ha di fronte un mondo saturo di messaggi e spesso insofferente». L’interrogativo è: esiste un limite oltre il quale è inutile (o dannoso) proporre una donazione ad una persona prima di ottenerla?»
Continua Sordiglioni: «Analizzando i dati degli ultimi sette anni (i dati non sono rappresentativi dell’intero universo delle onp) abbiamo scoperto che al primo invio risponde con una donazione l’1,1% degli interpellati, al secondo invio l’1,05%, al terzo l’1,03%, al quarto lo 0,74%, al quinto lo 0,63% e al sesto invio o più solo lo 0,29%. Perché la risposta dei donatori cala drasticamente dopo il terzo invio? Pur nell’incertezza del campione dovuta ai dati a nostra disposizione, abbiamo interpretato questo comportamento come una eccessiva sollecitazione che produce un effetto negativo».
«Costruendo un modello sui dati precedenti che preveda l’invio di 10mila pezzi ad un costo unitario di 0,25 euro/invio e supponendo di ottenere una donazione media di 25 euro si conferma una perdita economica dopo la terza spedizione, oltre la quale non conviene più spedire. In sintesi, per ottenere un risultato immediato il fundraiser non dovrebbe inviare una lettera della sua organizzazione alla stessa persona più di tre volte», conclude l’esperto.
Chiarissimo, semplicissimo, utilissimo.?Grazie Gianluca e buon lavoro. Lancio un appello: ci sono altri che vogliono condividere considerazioni “quantitative” che potrebbero essere utili per tutti? Avanti c’è posto!
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