Economia

Il felice paradosso dell’economia mutualistica: crescere in tempo di crisi

Vincenzo Mannino (Confcooperative)

di Redazione

Quando si parla di cooperazione, si deve essere consapevoli che si è di fronte a una realtà capace di far registrare una crescita costante dell’occupazione anche in un periodo di forte stagnazione. In questi ultimi due anni, quelli più duri di questa crisi economico-finanziaria interminabile perché strutturale e che sta ridisegnando la geo-economia del mondo, non si è mai arrestata la crescita dell’occupazione: +3% nel 2010, +5% nell’ultimo biennio. In particolare la mutualità, che costituisce la missione della cooperazione, è un modo di fare impresa che si è rivelato vincente oltre che solidale». Vincenzo Mannino, segretario generale nazionale di Confcooperative, sintetizza così il senso della sua relazione alle prossime Giornate di Bertinoro intitolata “Un nuovo welfare: cantieri cooperativi e mutualistici”.
«Rispondere alle richieste della collettività e della società. Così si declina il binomio mutualismo – cooperazione che risponde alle richieste sempre più articolate e complesse di servizi da parte della collettività, ma nello stesso tempo anche alle esigenze del singolo che deve trovare lavoro. La cooperazione è funzionale alle necessità della collettività e, al tempo stesso, genera reddito e occupazione, vitali per sostenere le reti familiari. E le cooperative che registrano i tassi di crescita più elevati sono quelle che operano più coerentemente con la propria missione, vale a dire quelle che presentano elevati livelli di mutualità e un’ampia partecipazione dei soci alla vita stessa della cooperativa», continua Mannino, sottolineando anche che «tanto più lo Stato arretra, tanto più l’esercito virtuoso della cooperazione si impegna nel disegnare e aggiornare di continuo le reti di welfare per anziani, bambini, famiglie, persone svantaggiate. Per le cooperative, infatti, la priorità va sempre alla persona che viene messa al centro del modello d’impresa e con essa la famiglia».
Peccato che questo virtuoso ammortizzatore sociale sia stato penalizzato dalla manovra finanziaria con una serie di misure “anti merito” e “anti crescita”. «Mentre nei Paesi a economia più sviluppata, come Usa, Giappone e Canada la cooperazione viene incoraggiata e sostenuta, in Italia le cooperative vengono incomprensibilmente punite. Nel caso delle cooperative sociali, queste reinvestono gli utili accantonati direttamente nella realizzazione di beni e servizi per la collettività come la realizzazione di micronidi, comunità di accoglienza per minori e immigrati, sedi di lavoro per persone svantaggiate», conclude Mannino.


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