Politica

È l’ora di un partito sociale, per questo sto con Fassino

Commento di Livia Turco

di Livia Turco

La politica ha bisogno di ideali, con tutte le grandezze e le miserie che sono proprie del genere umano: si potrebbe sintetizzare così ciò che sta avvenendo nei Ds. è un momento difficile e cruciale, non solo per il popolo di sinistra ma per la democrazia italiana. L?Italia con una sinistra debole, minoritaria o subalterna sarebbe un paese meno giusto e meno democratico. Perché dopo cinque anni di buon governo del centrosinistra, che ha rappresentato anche la prima volta della sinistra al governo, siamo stati sconfitti? Come far vivere nella società di oggi i valori della sinistra? Quale giudizio dare sul governo Berlusconi e quale opposizione condurre nei prossimi mesi? Questi sono gli interrogativi a cui il congresso dovrà dare una risposta. Fino ad ora, le proposte che si delineano sono tre. La prima, quella che ha come candidato segretario Enrico Morando, ritiene che il futuro della sinistra sia nella costruzione di un nuovo partito riformista, che superi la tradizione dei comunisti italiani, assuma come punto di riferimento i valori socialisti e liberali, e coinvolga tutti i pezzi della sinistra italiana per avere come suo presidente Giuliano Amato. C?è una seconda posizione, che fa capo a Piero Fassino, che sceglie fino in fondo la strada di misurarsi con i cambiamenti della società italiana e mondiale. Naturalmente ho deciso di aderire a questa posizione. Essa è consapevole che per far vivere nella società di oggi i valori della sinistra ? giustizia, dignità del lavoro ? bisogna rispondere alle domande di affermazione individuale e di libertà personale. Le libertà e i diritti diventano dunque le frontiere della sinistra. Civilizzare la globalizzazione e globalizzare i diritti: queste sono le due parole d?ordine del partito riformista che vogliamo costruire. Proposta centrale di questa mozione è la costruzione di uno stato sociale di tutti e per tutti, che sappia misurarsi con le vecchie e nuove forme di povertà e soprattutto la proposta di uno statuto dei lavori, che offra dignità, diritti e tutele a tutte le forme di lavoro e di lavoratori. C?è una terza posizione che fa capo a Giovanni Berlinguer e che mette l?accento sulle cause della sconfitta. Vuole costruire una sinistra più radicale per rendere forte la prospettiva dell?Ulivo. Come si vede, siamo di fronte a differenze significative, ma anche a forti convergenze. Non è un caso. Sono posizioni che vivono all?interno dello stesso partito, in cui non ci sono solo personalismi e scontri di potere, ma tanta passione e umanità. Non a caso, ciò che tutti vogliamo, è un partito che sia più ?comunità? , in cui ci sia più amicizia tra le persone, maggiore capacità di lavorare nella società; un partito capace di far vivere ideali e suscitare emozioni. L?esperienza di governo ha dimostrato che non si è credibili se non si parla anche al cuore delle persone, se non si propongono messaggi culturali, un?idea positiva di società.


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