Non profit
L’Emilia Romagna investe in buone case
Leggi approvata la norma sull'housing sociale
L’Emilia Romagna amplia la gamma degli interventi per l’attuazione delle politiche per la casa. Il Consiglio regionale ha infatti recentemente approvato la legge che disciplina la partecipazione della Regione ai fondi immobiliari chiusi che investono nell’edilizia privata sociale o social housing, le abitazioni cioè per le famiglie troppo ricche per accedere alle case popolari e troppo povere per acquistare un’abitazione a prezzi di mercato.
Il provvedimento prevede di intercettare parte delle risorse (2 miliardi di euro) messe a disposizione dal Fondo investimenti per l’abitare promosso dalla Cassa depositi e prestiti, Acri – Associazione delle fondazioni bancarie e Abi – Associazione bancaria italiana. La legge regionale 6/2011 autorizza la Regione guidata dal governatore Vasco Errani a sottoscrivere quote di fondi immobiliari chiusi attraverso il conferimento in denaro oppure con l’apporto di beni immobili. Pone tuttavia dei paletti. I fondi immobiliari in questione, oltre ad essere istituiti da una Sgr – Società di gestione del risparmio autorizzata dalla Banca d’Italia, dovranno assicurare l’impiego di somme almeno pari a quelle conferite dall’Emilia Romagna (un milione di euro inizialmente); prevedere forme di partecipazione della Regione alla definizione delle strategie di investimento e inoltre contemplare nelle proprie politiche di gestione la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale ai sensi della normativa nazionale e regionale.
«La diffusione di questa particolare tipologia di fondi», è il commento dell’assessore regionale alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, «costituisce una grande opportunità per indirizzare verso il segmento dell’edilizia residenziale sociale flussi finanziari di rilevante entità e per promuovere e sviluppare forme di partenariato pubblico-privato».
La selezione dei fondi ai quali parteciperà l’Emilia Romagna avverrà tramite bando. La normativa approvata stabilisce che la procedura ad evidenza pubblica dovrà svolgersi sulla base di otto elementi di valutazione. I più importanti sono: la quota del valore complessivo del fondo riservata agli investimenti in attività immobiliare e all’edilizia residenziale sociale; i canoni di locazione che saranno applicati; la durata e le regole del fondo. Non solo le uniche condizioni. La legge stabilisce che i fondi immobiliari chiusi dovranno impegnarsi a indirizzare l’attività nel territorio regionale privilegiando il contenimento del consumo di territorio, gli interventi di recupero, l’utilizzo del patrimonio immobiliare invenduto e l’uso di tecnologie sostenibili.
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