Famiglia

Vacanze anti camorra nella villa del boss

L'estate particolare dei ragazzi di don Luigi Merola nei 500 metri quadrati confiscati a "Bambù"

di Redazione

Simba era un leone di tre anni, pesava un quintale e mezzo e viveva chiuso in una gabbia di quattro metri nella villa del boss Raffaele Brancaccio, detto Bambù, ad Arenaccia, a due passi dal carcere di Poggioreale. Oggi, al posto della sua gabbia c’è un campo di calcetto dove ogni giorno decine di ragazzi rincorrono un pallone e il sogno di diventare Maradona. Le camere da letto della villa da cinquecento metri in via Piazzolla al Trivio, sono diventate aule per laboratori. La villa del boss è stata confiscata e, da quattro anni, è diventata la sede della Fondazione ‘A voce d”e creature, di don Luigi Merola, il prete anticamorra che da Forcella si è trasferito in un altro quartiere altrettanto difficile.
In questi giorni d’estate la villa è piena di ragazzi che, senza la scuola, passerebbero tutto il giorno in strada. «Il nostro scopo è togliere manovalanza alla camorra, vogliamo offrire un’alternativa al male. Ed è meraviglioso che questo accada proprio nella villa che era diventata il simbolo del malaffare», spiega don Merola.
Ogni giorno 120 ragazzi dai 6 ai 15 anni bussano alle porte di don Luigi. Vengono da Forcella, dal Vasto, dall’Arenaccia, qualcuno anche da Scampia. Molti hanno il papà in carcere o ai domiciliari, tutti vengono da situazioni disagiate. Ci sono bambini per cui la pistola non è un giocattolo ma un’arma che uccide, ragazzi che hanno già passato qualche anno in cella, altri che i genitori li hanno visti solo dietro le sbarre del carcere, altri ancora vivono con nonni troppo anziani in case troppo piccole. «Anche loro hanno diritto a divertirsi, ad andare al mare. Per questo è nato il progetto “La legalità non va in vacanza”. Quest’estate abbiamo organizzato dei campi estivi ad Ischia e a Camerota, e poi abbiamo previsto corsi di ginnastica, teatro, musica. Nessuno nasce delinquente. Molti dei ragazzi che vengono da noi hanno conosciuto solo il male, noi gli mostriamo che esiste un altro modo di vivere». Il programma estivo della fondazione è stato molto intenso: tutti i volontari rimasti in città hanno organizzato gite, visite ai musei, alle chiese e ai monumenti più importanti di Napoli.Tra i 120 ragazzi, ci sono due che si muovono meglio degli altri nei 500 metri quadrati della villa: sono i nipoti del boss Brancaccio. Don Luigi sorride: «Una volta venivano a vedere il leone del nonno e ora, proprio qui dentro, stanno imparando che la camorra perde sempre…».


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