Cultura

Ici e Chiesa cattolica: oltre le polemiche per capire

di Redazione

Carissimo Sergio, in effetti c’è in giro molta confusione e retorica e qualche interesse di bottega. Si tratta di una polemica forzosa giacché nessuno evade nulla, si seguono le leggi vigenti. Se poi qualcuno vuole rimettere in discussione il Concordato tra Stato e Chiesa, lo faccia a viso aperto, ma è un altra questione. L’esenzione Ici fu introdotta nel 1992 contestualmente all’introduzione della tassa: l’esenzione riguardava tutti gli immobili utilizzati da un “ente non commerciale” e destinati «esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive», anche quelli della Chiesa cattolica. Così lo Stato volle, giustamente, agevolare tutti quei soggetti che svolgono attività sociale secondo criteri di “non profit”. I soliti noti avviarono però dei contenziosi, così lo Stato italiano è intervenuto con una prima interpretazione (art. 7 del decreto legge n. 203/2005, governo Berlusconi) a fronte di una procedura della Commissione europea, e poi una seconda (art. 39 del dl n. 223/2006, governo Prodi), precisando che l’esenzione deve intendersi applicabile se l’attività è esercitata in maniera «non esclusivamente commerciale». Alla luce di questa interpretazione la Commissione europea chiuse la procedura di infrazione. Lo scorso ottobre, il Commissario europeo per la concorrenza ha riaperto un’ennesima procedura di infrazione. In sintesi, sottoscrivo la battuta di Bersani: «Fatevi un giro nelle Caritas prima di polemizzare».

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