Passerà alla storia come il governo dei blitz, tante sono state le sorpresine di questi anni. Fra le più recenti, due: quella, molto discussa, del comma “salva Fininvest” (poi ritirato); la seconda, passata praticamente sotto silenzio, che di fatto ha azzerato il volontariato internazionale attivo nei Paesi in via di sviluppo. Una decisione scivolata via tra le righe del decreto 107 che ha prorogato le missioni militari all’estero fingendo di prorogare anche gli interventi «a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione» (come suggerisce Intersos: «Già il titolo della legge è un inganno paradossale»).
Interventi che non si sa più da chi saranno condotti, visto che due commi, il 14 e il 15, dell’articolo 3 prevedono l’abrogazione degli articoli 32 e 34 della legge 49/87. Che appunto strutturava la cooperazione internazionale. Il risultato? Non c’è più alcuna norma che regoli l’invio di cooperanti italiani in progetti di sviluppo nei Sud del mondo: basta garanzie, addio alle coperture previdenziali e assicurative per i volontari.
«Ancora una volta il governo ha agito senza ascoltare la voce dei diretti interessati», contesta Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore, «con un’azione che rischia di mandare all’aria la lunghissima tradizione della cooperazione internazionale».
«Tra il 2008 e il 2011», gli fa eco Sergio Marelli, coordinatore della Consulta Relazioni internazionali del Forum, «i finanziamenti previsti per le iniziative di cooperazione per lo sviluppo sono passati da 94 milioni di euro a poco più di 11. Un sacrificio assurdo, che fa risparmiare solo pochi milioni di euro, attuato in un momento in cui già scarseggiano principi morali ed etici, cultura della responsabilità e senso di solidarietà con i più deboli».
«Chiediamo a maggioranza e opposizione», conclude Olivero, «che in sede di approvazione i due commi siano ritirati e siano aperti dei tavoli di confronto».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.