Non profit

Sono stato otto mesi tra gli Amish e ho imparato a usare il Gps

Andrea Borella

di Luca Bergamini

Messi da parte cliché e pregiudizi, da bravo antropologo Andrea ha vissuto per otto mesi con una famiglia anabattista nella comunità di Lancaster County, in Pennsilvanya.
Tra momenti comunitari (ma senza internet), serate di discussione (senza tv), e viaggi in calesse. Ma col navigatoreLa Lancaster County, Pennsilvanya, è la sesta destinazione turistica degli Stati Uniti, ma non c’è niente da vedere. Monumenti, bellezze naturali, niente. La gente ci va per vedere gli Amish, li osserva quasi fossero animali dello zoo, cosa che ormai non turba più questa comunità religiosa, conscia di quanto i proventi derivanti dal turismo siano essenziali per la sua sopravvivenza». L’unica cosa che il turista guardone deve evitare? «Mettere da parte ogni pregiudizio. Se si parte dai nostri modi di vivere, finiscono per sembrare fondamentalisti e retrogradi». E così ha fatto Andrea Borella. Ha messo da parte luoghi comuni e abiti da turista, e ha trascorso otto mesi da “embedded” in una famiglia anabattista della Lancaster County.
Otto mesi: più che un turista, uno di famiglia.
In effetti. Ho abitato con la famiglia Stoltzfus: padre, madre e sette figli. Avevo la mia stanzetta ricavata nel gazebo, e ho condiviso le giornate con la famiglia, che ha un’officina dove costruiscono calessi, il mezzo di locomozione usato dagli Amish.
Come si svolge la giornata tipo?
Sveglia all’alba e lavoro sino alle 17, cena, poi si trascorre la serata leggendo e discutendo. Ho partecipato alle funzioni religiose della domenica, alle riunioni con i parenti in cui si parla di fede e di storia, e poi a tantissime fiere agricole dove si vendono attrezzi, cavalli, oggetti per la casa.
Com’è stata l’accoglienza?
Paul, il capo famiglia, mi ha accolto molto bene. La moglie e i figli maschi, invece, le prime settimane erano un po’ freddi. Il loro credo si fonda sul principio della separazione dal mondo per restare puri, così ogni persona estranea dalla loro comunità va evitata. Mi hanno accolto perché sono uno studioso, un caso eccezionale.
La loro vita è sottoposta a molte privazioni…
Rifiutano la modernità, quindi niente televisione, radio e telefono, niente corrente elettrica, usano lampade alimentate a batteria o gas propano. Gli uomini portano la barba ma non i baffi, il cappello nero in inverno e di paglia d’estate, le donne indossano la cuffia, hanno abiti lunghi sino alle ginocchia, i colori devono essere tenui, mai il rosso, il giallo o le tinte forti, lavorano sempre a macchina e curano il giardino.
La cosa che più l’ha colpita?
Quando sono venuti a prendermi, il capofamiglia sul calesse aveva montato il navigatore gps.
E come la mettiamo con il rifiuto della modernità?
Per loro, la tecnologia non costituisce un male in sé; il problema è che la modernità può produrre falsi valori. Considerano le novità tecnologiche vantaggiose nel breve periodo ma dannose nel lungo, frammentano il tessuto sociale e minano la vita di comunità. Non ci sono famiglie mute davanti alla tv, la sera, è questa è una cosa bella. Però, per esempio, non hanno internet. E questo non so se sia un bene…
Nessuno si ribella?
I giovani usufruiscono di un periodo che si chiama “rumspringa”, alla fine della scuola media, quattro anni durante i quali non sono sottoposti né all’autorità dei genitori né sono membri della Chiesa, quindi sono liberi di decidere il proprio futuro. Se circa l’80% decide poi di battezzarsi, cioè di entrare ufficialmente nella Chiesa, vuol dire che le regole non sono poi così ferree e inaccettabili. Unica cosa: devono per forza sposare sempre un altro Amish.
La cosa più inaccettabile che ha sperimentato?
Primo, il divieto di suonare strumenti musicali. Che vita è senza musica? Poi, il divieto di proseguire gli studi dopo la terza media. Si sprecano tanti possibili talenti.
Che cosa ha imparato da questa esperienza?
Che esiste un tipo di vita meno alienante rispetto a quella cui siamo abituati, ma altrettanto ricca di soddisfazioni. Soddisfazioni semplici come avere figli, nel rapporto sereno con la terra, con i propri vicini, con uno stile di vita frugale. Messo da parte il discorso religioso, è un po’ quella tendenza slow che andiamo cercando noi nel nostro mondo ipermoderno e tecnologico. Solo che noi, per ritrovare quei valori, anziché spegnere per una giornata il blackberry, preferiamo farci un weekend alla spa.


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