Finalmente l’estate. Mare, sole, spiagge, tintarella di luna, tintarella di sole e crema solare? Macché! Quest’anno le mie vacanze saranno assolutamente dettate dai rigidi ed austeri ritmi del Ramadan. Ferragosto e Ramadan, una coincidenza assolutamente originale. E che incasina non poco la vita, a noi “famiglie miste”.
Sinceramente, io e mio marito non sappiamo come fare. Vacanze solo a luglio? Neanche per sogno. Agosto in città è un pugno nello stomaco, con tre bimbi piccolini. Peggio ancora se ci mettiamo pure il Ramadan. Digiuno dall’alba al tramonto, che guarda caso ad agosto si aggira sempre intorno alle 21. Pensateci un attimo: spiaggia, caldo, afa, sole cocente, sabbia che ti arde sotto ai piedi, tanta sete, tanta fame e non si può né mangiare né bere. Certo, stare su una spiaggia in costume durante questo periodo sacro mi parrebbe un controsenso, ma anche non starci. È agosto. Niente spremute sulla sdraio, niente gelato, niente fette d’anguria o crêpes alla nutella, niente, niente! E se quando mi tuffo bevo l’acqua del mare? È peccato? Che dilemma, e quanti problemi.
Di non rispettare le mie regole religiose, non se ne parla proprio, qualunque esse siano. Ho iniziato a digiunare tutto il mese di Ramadan quando frequentavo la scuola media, e oltre alla fatica per averci messo anni a inculcare ai miei compagni che non si diceva “Barabadan” ma “Ramadan”, mi ricordo quante pene avevo affrontato da piccola. Lo stare attenta in classe, essere interrogata sentendo i morsi della fame e la gola che si seccava dopo una intera interrogazione… tutto questo mi fa pensare che anche quest’anno ce la farò (o almeno lo spero).
Mi rimane un dubbio, ma il costume? È ammesso girare in costume durante il Ramadan? Mi sa che opterò per un castissimo ed esotico kaftano.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.