Alla serata di presentazione del progetto, al 45 giri di Roma, il ministro Giorgia Meloni era al microfono insieme a Marco Fargetta, alias Shining star. E confessò: «Da ragazza andavo al “Piper”. Mi pagavo gli studi lavorando. Prima da cameriera. E poi da barman. Andava l’Angelo Azzurro: gin, cointreau, vodka. Se lo rifacessi oggi mi arresterebbero». Cento serate, duecento operatori, 69 discoteche, 100mila ragazzi che si sono sottoposti al test dell’alcol: sono questi i numeri dell'”Operazione Naso Rosso”, un’iniziativa promossa dal ministero della Gioventù in convenzione con l’Istituto superiore di sanità e realizzata tra febbraio 2010 e giugno 2011 da due onlus, Modavi e Consorzio Scuole Lavoro.
Si è appena chiusa la seconda fase del progetto. Ci può anticipare qualche risultato?
Purtroppo non abbiamo ancora a disposizione nuovi numeri. L’Istituto superiore di sanità è ancora al lavoro sull’elaborazione dei dati. L’unica cosa che siamo in grado di anticipare è che i giovani che hanno aderito alla tribù “Naso Rosso” nel secondo semestre sono circa 50mila, come nel primo. Ciò significa all’incirca 100mila ragazzi entrati nella tribù.
E c’erano regole diverse, visto che da luglio 2010 vige il nuovo Codice della strada. Dal vostro osservatorio che bilancio si può fare?
Quando l’Iss pubblicherà i dati potremo disegnare il quadro complessivo. Stando però ai dati emersi dal Report annuale 2011 presentato dal sottosegretario Giovanardi sull’uso di sostanze stupefacenti in Italia, emerge che si è verificata una diminuzione nell’anno 2010 non solo dell’utilizzo di sostanze stupefacenti, ma anche di alcol. Sempre nel Report, si evidenzia una riduzione dei morti e dei feriti in incidenti stradali correlati all’abuso di alcol e droghe, oltre che alla diminuzione delle infrazioni per la guida sotto effetto delle medesime sostanze. Ovviamente ci auguriamo che i dati dell'”Operazione Naso Rosso” confermino questa tendenza decisamente positiva.
Quali indicazioni di intervento emergono? Penso al fatto che un terzo dei ragazzi arriva in discoteca già ubriaco…
È necessario incrementare le campagne di prevenzione e informazione basate sull’educazione tra pari, favorendo la cultura del divertimento responsabile e contrastando, invece, quel fenomeno pericoloso di “normalizzazione” culturale secondo il quale usare droghe o abusare di alcol è considerato normale o addirittura “di moda”.
Come mai il progetto si ferma proprio alle soglie dell’estate? Non è un controsenso?
Non c’è una ragione “stagionale” allo stop dell'”Operazione Naso Rosso”: il progetto, infatti, prevedeva la realizzazione di 100 serate in 11 città, e tutti e 100 gli appuntamenti sono stati fatti.
Come continuerete a lavorare sul tema?
Quando avremo in mano i dati elaborati dall’Iss potremo stilare un bilancio del progetto e se, come ci auguriamo, gli esiti saranno positivi, come e con quali iniziative proseguire l’opera di sensibilizzazione. L’attenzione del ministero della Gioventù nei confronti del progetti legati alla diffusione della guida sicura e della cultura del bere responsabile non si esaurisce comunque con l'”Operazione Naso Rosso”: nei prossimi mesi, infatti, prenderanno il via tutti i progetti nati sul territorio dal bando sulla sicurezza stradale promosso dal ministero.
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