Famiglia

Manager di Cbm a Kathmandu Così Mina ha vinto lo stigma

Integrazione persone con disabilità

di Antonietta Nembri

La stragrande maggioranza delle persone con disabilità vive nei Paesi del Sud del mondo, l’80% del miliardo totale stimato nel primo Rapporto sulla disabilità realizzato dall’Oms e dalla Banca mondiale in collaborazione con le ong attive sul campo della lotta alla disabilità come Cbm. Tra gli ostacoli che un disabile incontra soprattutto nei Pvs vi sono lo stigma e la discriminazione, la mancanza di un’adeguata assistenza sanitaria e di servizi di riabilitazione, l’inaccessibilità ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione.
Ostacoli che ha incontrato anche Mina, una donna nepalese oggi responsabile del Ndwa – Nepal Disabled Women Association, organizzazione locale con cui collabora Cbm a Kathmandu. Mina è la Program Manager di Cbm: è nata con una grave disabilità fisica, da una famiglia povera, i medici del suo villaggio sentenziarono che non avrebbe avuto scampo e sarebbe morta prima di festeggiare gli otto anni. Ma lei non moriva, i genitori erano preoccupati dall’atteggiamento degli abitanti del villaggio, la madre a un certo punto, non reggendo la situazione, è scappata. Così Mina iniziò a occuparsi del fratello minore: accompagnandolo a scuola ha imparato a leggere e a scrivere, senza la minima attenzione dell’insegnante.
La sua tenacia l’ha spinta là dove anche il fratello, ufficialmente iscritto a scuola, non è riuscito ad arrivare: passare l’esame di ammissione alle superiori, completare gli studi e con coraggio abbandonare il villaggio per andare a Kathmandu. Lì è entrata in contatto con il Ndwa, centro di accoglienza per donne con disabilità fisica e mentale, problemi di integrazione sociale e vittime di violenze e stupri. Qui le donne disabili vengono preparate per essere inserite e accettate nella società. Mina è una di loro, una manager nepalese che ce l’ha fatta.


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