Economia

Barilla, l’ingrediente sociale è servito

Csr presentato il piano di impresa responsabile

di Redazione

Fra una prelibatezza e un piatto indigesto anche nella cucina della responsabilità sociale il tempo di cottura è fattore decisivo. Un principio che i pastai della Barilla per necessità e virtù ben conoscono se, come dice Luca Virginio, Group Communication and External Relations director, «siamo consci che su questo terreno abbiamo da imparare», ma ora che il dado è tratto «vogliamo fare le cose per bene». Insomma, gli ingredienti devono essere di qualità. A cominciare dalla società di consulenza (Fondaca, la fondazione per la cittadinanza attiva) per finire con il piano d’impresa (responsabile, naturalmente) che Barilla ha elaborato per il triennio 2011/2014. «Il punto di partenza», spiega Virginio, sulle cui spalle è ricaduta anche la delega alla sostenibilità, «è stata la mappatura della nostra filiera sociale da cui sono scaturiti una serie di impegni da raggiungere nel prossimo triennio». «Consapevoli», continua il manager, «che per un’industria come la nostra, per la varietà dei soggetti con cui interagisce, dagli agricoltori alle persone che acquistano i nostri prodotti – preferisco definirli così, piuttosto che consumatori – la distinzione fra profit e non profit non ha più senso: noi dobbiamo fare le cose in una certa maniera perché questo è ormai insito nella mission stessa di un imprenditore».
Nella fase di preparazione del prodotto “sostenibilità” Barilla si dunque è seduta ad un tavolo con 62 stakeholder, in rappresentanza di 14 categorie. Un dialogo dal cui forno sono usciti 64 progetti, 46 dei quali sono entrati nella griglia dell’azienda fondata nel 1877. «A tutti gli altri abbiamo comunque spiegato le ragioni della bocciatura, in uno spirito di massima collaborazione e trasparenza», tiene a puntualizzare Virginio. Che aggiunge: «Per Barilla il rapporto con gli stakeholder è un elemento costitutivo della policy», in questa cornice «riteniamo che siano una risorsa e non un pericolo».
Oltre a questa sono sei le aree su cui Barilla ha deciso di impegnarsi da qui al 2014: nutrizione (uno dei impegni è quello di azzerare l’impiego di coloranti artificiali, grassi od olii idrogenati); filiera (salvaguardia della fertilità dei suoli e riduzione dei consumi idrici); ambiente (riduzione del consumo totale di energia per prodotto finito del 10% rispetto al 2008); risorse umane (ridurre del 50% le giornate di assenza per infortuni sul lavoro); persone (estendere agli stabilimenti Harry’s Francia e Harry’s Russia gli standard dei controlli sulle materie prime e sui prodotti finiti) e infine comunità (assunzione di un ruolo primario nello sviluppo delle comunità in cui sorgono gli stabilimenti).


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