Tante le promesse e le speranze suscitate dalla legge “Bassanini”, la 59/97, che ha introdotto l’autonomia scolastica, dalla successiva legge 62/2000 che ha riconosciuto la parità scolastica fra scuole statali e scuole non statali, fino alla ben nota revisione del Titolo V della Costituzione nel 2001. Ma poi? «Dobbiamo amaramente constatarlo, a oltre dieci anni di distanza da tali importanti conquiste, che ancora troppo poco è cambiato nella sostanza», sottolinea il presidente nazionale della Foe – Federazione opere educative della Compagnia delle Opere, Vincenzo Silvano. Che aggiunge: «Le scuole paritarie restano discriminate economicamente e culturalmente, continuando a pagare lo scotto di una impostazione fondamentalmente statalista della scuola italiana e di una radicata avversione culturale ancora presente nella società civile. Non mancano, addirittura, tentativi e pressioni per vanificare anche quei minimi spazi che si sono aperti in questi anni, come dimostra il referendum promosso ultimamente a Bologna (per fortuna giudicato in extremis non ammissibile) contro il finanziamento alle scuole paritarie dell’infanzia, a favore dell’apertura esclusiva di sezioni comunali: una vera sussidiarietà a rovescio». Insomma, bene, benissimo il principio, ma ora passiamo ai fatti. E a dirlo non è certo una piccola realtà. Stiamo parlando di una rete che associa 196 enti gestori, ovvero 512 scuole paritarie e non paritarie senza scopo di lucro: 99 nidi, 151 scuole dell’infanzia, 114 scuole primarie, 80 scuole secondarie di primo grado e 68 scuole secondarie di secondo grado. Tradotto significa 50mila studenti, 5mila insegnanti, un migliaio di personale non docente e 400 direttori con un aumento di associati, negli ultimi dieci anni, del 20%.
Non diverso il giudizio di altri reti educative come quella della Federazione delle scuole Steiner – Waldorf in Italia, che raccoglie una trentina di scuole secondarie inferiori, decine di asili e due scuole secondarie superiori. «Devo essere sincera», confessa la preside del liceo scientifico Rudolf Steiner di Milano, Maria Paola Fantini, «per quanto ci riguarda dal 2001 sono aumentati i controlli e i vincoli burocratici». A chiarire ulteriormente la situazione è Sabino Pavone, presidente Associazione Veneto Waldorf: «A dieci anni dall’introduzione del principio in Costituzione, sono stati tagliati del 50% i contributi alle scuole paritarie. Per non parlare degli obblighi richiesti, ai quali non sono soggette quelle pubbliche. Ora, come è possibile parlare di sussidiarietà in queste condizioni?». Aspettative? «Nessuna, le devo dire francamente. Non vedo nella nostra classe dirigente la capacità e la volontà di cambiare le cose».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.