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Due popoli, due Stati L’unico antidoto al big bang demografico

L'analisi di Sergio della Pergola

di Redazione

Dalle proiezioni sugli andamenti demografici nei territori dell’ex mandato britannico (Israele e Palestina) emerge che nel 2050 gli ebrei potrebbero essere circa il 35% della popolazione complessiva. Il tasso di natalità nelle famiglie palestinesi è in media di cinque figli, quello delle donne israeliane tre. «Se diamo loro diritti civili e si organizzano in un partito, avranno il gruppo parlamentare più grande della Knesset. Non riconoscere diritti a una sezione così grande della popolazione è insostenibile, farlo porterebbe a questo risultato. Israele, quindi, non potrà essere contemporaneamente grande (e quindi esente da concessioni territoriali), ebraica e democratica. Sarà necessario rinunciare almeno a una di queste tre prerogative». Il che significa che è inevitabile per Israele fare delle concessioni territoriali: «Due popoli, due Stati». Sergio della Pergola, nato a Trieste nel 1942, cittadino israeliano dal 1966, è professore all’Università di Gerusalemme, riconosciuto come uno dei maggiori esperti mondiali nel campo delle scienze statistiche e demografiche, membro del Jewish People Policy Planning Institute, centro indipendente di studi strategici. Da anni si occupa della crescita della popolazione ebraica, in Israele e nel mondo. La sua ultima ricerca, Israele e Palestina: la forza dei numeri, analizza il conflitto mediorientale attraverso il prisma della demografia politica. «La presenza di due Stati, uno israeliano, l’altro palestinese è la soluzione inizialmente preferibile e di fatto l’unica realisticamente realizzabile». Ciò significa rinunciare «alla pretesa territoriale sull’intera Palestina» ed avviare un ripiegamento (in ebraico hitkansut) verso confini «concettualmente simili a quelli del giugno 1967, alla vigilia della Guerra dei Sei giorni. Lo sviluppo separato dei due Stati avrebbe quanto meno il pregio di ridurre l’impatto della demografia nell’alimentare il conflitto esistente».

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