Famiglia

Dopo Genova: il primo giorno alle scuole Diaz

Ricomincia l'anno scolastico alla scuola Armando Diaz di Genova. Anticipazione del servizio di copertina di Vita non profit magazine in edicola da oggi

di Barbara Fabiani

Insieme a questa anticipazione leggi anche l’intervista a Giovanni Durand insegnante di lettere a Genova, insieme a una proposta per gli studenti che si apprestano ad iniziare l’anno scolastico. Questo e non solo sul numero 37 di Vita in edicola. Ricomincia in palestra l?anno scolastico della scuola conosciuta da tutti come la Armando Diaz. Qui il corpo docenti tiene la prima riunione del nuovo anno scolastico, nello stesso locale dove due mesi fa dormivano i manifestanti no-global sorpresi nel sonno dal blitz della polizia. Sulla violenza che si è scatenata quella notte, la magistratura mantiene aperta l?indagine. Ma quei momenti qui si vuole, o forse si ha bisogno di considerarli già chiusi. Il liceo sperimentale Sandro Pertini – questa la vera intitolazione dell?istituto ex Diaz – si trova in un quartiere benestante di Genova, circondato nelle strade vicine da bei palazzi liberty. È una di quelle scuole tranquille, senza particolari agitazioni tra gli studenti e anche per questo apprezzata dai genitori, dove un migliaio di ragazzi distribuiti in otto sezioni studia per ottenere il diploma scientifico, linguistico o magistrale. Chiedere agli insegnanti se quello che è accaduto qui la notte tra sabato 21 e domenica 22 luglio debba diventare uno spunto di discussione con i ragazzi al loro rientro, se si stanno preparando alle domande che inevitabilmente qualcuno tra gli studenti porrà loro, è come scuotere per le spalle qualcuno che sta cercando di riprendere fiato da uno shock. La vera urgenza che si percepisce é quella del ritorno alla normalità. «Questa è la nostra prima riunione e non abbiamo ancora discusso nello specifico su questo argomento», dice la preside Carla Angela Castelli, una donna minuta, sicura, vestita in tailleur azzurro, scelto con l?accuratezza che ci mettono sempre le insegnanti nel vestire un abito appropriato al loro ruolo. «Per lasciare il tempo alle riparazioni dei danni dovremo iniziare le lezioni in ritardo di quindici giorni. Abbiamo i corsi di recupero ancora da avviare, le prove del debito formativo da fare. Non dobbiamo permettere che quello che è successo, anche se così doloroso, comprometta l?anno scolastico», continua la preside, che ogni giorno ricevere telefonate dai genitori dei nuovi alunni preoccupati che le scadenze per gli esami integrativi dei figli non siano rispettate. «Il nostro compito é anche quello di tranquillizzare l?utenza». «Riuscire a rispettare tutti gli impegni è una lezione di vita anche per i ragazzi», é il punto di vista della professoressa Castelli. «Purtroppo cose tremende possono accadere, ma vanno superate. La mia preoccupazione è che qualcuno voglia più ricordare che superare, e questo non significa volere dimenticare». Ma improvvisamente la voce della preside si incrina e assume un tono sconsolato: «Ma perché una cosa così brutta, e proprio qui in una scuola? I ragazzi queste cose le sentono, le avvertono», sbotta lasciandosi andare per un attimo. Anche l?edificio della scuola cerca la via verso la normalità, ma non è facile, neanche per i muri. Nella palestra e lungo i corridoi dei quattro piani dell?istituto, delle macchie di vernice più fresca segnalano ancora, malgrado tutto, dove prima c?era il sangue. L?interno è ancora un cantiere in piena attività, tutto deve esse pronto per l?arrivo degli studenti il 20 settembre. E pensare che proprio la presenza di lavori di ristrutturazione per adeguare l?edificio alle norme di sicurezza aveva in un primo momento fatto escludere la palestra della ?Pertini? da quelle da assegnare al Genoa social forum. Invece, se oggi la scuola ha potuto correre subito ai ripari lo deve proprio a quel cantiere. «Tutte le porte delle aule e degli uffici sono state sfondate durante il blitz», spiega Daniela Fara, responsabile scuola della provincia di Genova. «Così le abbiamo sostituite. Stessa cosa per i vetri delle finestre». Un paio di porte però, esattamente nei bagni, tipico luogo di sosta per gli studenti, erano già state montate prima del blitz ed ora resteranno così, con le maniglie sfondate e con le impronte nere degli anfibi militari stampate sopra. «In effetti, c?è una certa preoccupazione tra i presidi delle scuole superiori per l?avvio dell?anno scolastico», riferisce Fara; lo spauracchio è quello dello sciopero al quale poi, teme la dirigente, la maggioranza degli studenti potrebbe partecipare più per convenienza che per convinzione. «Ogni anno prepariamo una giornata di accoglienza per i nuovi iscritti», aggiunge la preside della “Pertini” Castelli. «E sarà così anche per i 200 nuovi alunni. Sono certa che gli insegnanti, nella cui professionalità ho piena fiducia, sapranno trovare le parole adatte. Ma una presenza istituzionale in quei giorni potrebbe essere di incoraggiamento». Fuori dalla scuola un quattordicenne, con profondi occhi azzurri, troppo ingenui per la pettinatura alla porcospino che porta, si è appena iscritto all?indirizzo socio pedagogico. Interrogato su qualcosa che sembra, a dire il vero, non avesse pensato prima, dice la sua: «Immagino che un discorso ce lo faranno. Anzi, mi aspetto qualcosa contro la violenza». Professori, ecco un suggerimento…. Su Vita magazine non profit, in edicola da oggi il servizio completo dedicato alla riapertura della scuola di Genova


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