Non profit

Trasformare lo spreco in risorsa? Si può

Veneto combattere la povertà con le eccedenze alimentari

di Francesco Dente

Lo spreco, per limitarci alla frutta e agli ortaggi, inizia nei campi. Una parte del raccolto non viene immessa nella filiera alimentare perché i prodotti non rispettano le dimensioni richieste dalla grande distribuzione. Prosegue, saltiamo qualche passaggio, nei supermercati. Qui le merci vicine alla scadenza o con le confezioni magari un po’ ammaccate passano dagli scaffali all’immondizia. Si conclude infine a casa dove la frutta comprata qualche giorno prima finisce nella spazzatura solo perché nel frattempo ne è stata acquistata altra più fresca.
Quintali di alimenti a cui vanno aggiunti i cibi non consumati nelle mense e nei ristoranti, che potrebbero invece sfamare migliaia di famiglie sotto la soglia di povertà. Una sfida, come dimostra l’esperienza dei banchi alimentari, nient’affatto impossibile. Peccato che le organizzazioni non profit facciano tutto da sole senza alcun sostegno o incoraggiamento da parte delle pubbliche amministrazioni.
Un buon esempio, a tal proposito, arriva dal Consiglio regionale del Veneto che ha approvato all’unanimità la legge 11/2011 “Interventi per combattere la povertà ed il disagio sociale attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari”. La Regione, si legge nell’articolato, si avvarrà infatti dei soggetti del terzo settore, purché operino nel Veneto e facciano parte di reti territoriali. L’ente attualmente guidato dal governatore Luca Zaia avrà il compito di predisporre un programma di interventi triennale che individui gli obiettivi e le modalità di intervento e di sostegno operativo e finanziario.
Il programma, in particolare, dovrà prevedere quattro tipi di azioni. L’attenuazione delle condizioni di disagio delle famiglie, attraverso la raccolta e la distribuzione di generi alimentari ai soggetti che operano nel settore assistenziale; la promozione e il sostegno di progetti formativi sulla corretta cultura della nutrizione; la costituzione di modelli di partnership fra enti non profit, aziende del settore alimentare, grande distribuzione alimentare e ristorazione collettiva e, infine, la predisposizione di progetti di informatizzazione e di formazione professionale ad hoc. «Non è un gesto di semplice carità ma una proposta intelligente che trasforma in risorsa ciò che troppo spesso si riduce a sperpero. Ovviamente questa misura va inserita all’interno di un ampio progetto di interventi a sostegno del reddito», commenta Pietrangelo Pettenò (nella foto), consigliere regionale della Federazione della Sinistra veneta e promotore dell’iniziativa legislativa. La legge potrà contare anche su un finanziamento di 50mila euro.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.