Mondo

Formigoni: «Una vera sciagura per loro. E per noi»

«E ora aspettiamoci l'offensiva di terra»

di Giuseppe Frangi

«È una guerra che le gente non voleva. Per questo oggi hanno tutti interesse a silenziarla». Roberto Formigoni non ha mai nascosto il suo no ai bombardamenti in Libia. A tre mesi dall’inizio delle operazioni il suo giudizio è ancora più drastico.
Perché tanta fatica a chiudere questa guerra?
Perché ci si è mossi senza avere una minima idea della realtà che si andava a combattere. Erano tutti certi del teorema che una volta messo alle strette Gheddafi, il popolo l’avrebbe scaricato. Ma non è andata così, perché la realtà spiazza sempre i teoremi. Gheddafi era un dittatore ma era anche un punto di equilibrio tra tribù e territori. Non si sono fatti i conti con il deposito storico che comunque si portava dietro: rappresenta degli interessi concreti di ceti che non hanno nessuna intenzione di imbarcarsi nelle incognite di un futuro assolutamente senza garanzie.
Come si spiega questo errore di valutazione da parte della coalizione?
Per ignoranza. O per copertura ideologica. Ma alla fine la realtà è più dura dell’ideologia. Giorno dopo giorno questa guerra si dimostra un errore gravissimo sotto tutti i profili. Non sono state rispettate le regole d’ingaggio dell’Onu, che non prevedeva una guerra all’uomo Gheddafi. E si andrà sempre più verso una guerra di terra: dal punto di vista militare non ci sono altre soluzioni.
L’opposizione a Gheddafi secondo lei è una forza affidabile?
Me lo auguro. Oggi c’è la corsa di tutti i Paesi a riconoscerli, ma i fatti dimostrano che non si ha una grande conoscenza della realtà libica. Riusciranno costoro a stabilire un’autorità statale in grado di governare il Paese? O rischiamo di avere in Libia una guerra continua e strisciante? Io prego che non sia così. Ma lo temo.
L’Italia avrebbe potuto sfilarsi?
Sono state le potenze europee a imporre il conflitto, perché avevano interessi espliciti su quell’area. Anche l’America all’inizio è stata riluttante. Da parte sua l’Italia è caduta nella trappola. O forse non ha potuto fare altro che cadere nella trappola. Comunque una cosa è chiara: questa è una guerra contro i nostri interessi nazionali.


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